Post Match - Appunti per Roma-Ajax

12/04/2021 alle 13:24.
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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - L'attesa di Roma-Ajax è trascorsa in un tardo pomeriggio davanti a un Roma- lento, stanco ma fruttuoso, se non nella fila per un biglietto almeno per addolcire il tragitto verso giovedì. Le scelte di formazioni hanno rivelato i piani giallorossi, totalmente assorti nel pensiero di un'altra possibile semifinale europea. E a pensare all'andata, quando le due reti romaniste sono state originate da situazioni da palla inattiva, si ribadisce l'importanza che le giocate da fermo possono rappresentare negli svincoli di una gara.

La Roma, fin qui, in campionato ha subìto 10 dei 41 gol complessivi su situazioni da palla inattiva, non un dato estremamente preoccupante, considerando che Milan e Lazio registrano numeri peggiori (13 e 11). Nessuno ieri ma, il merito, è da attribuire alla scarsa debole capacità realizzativa avversaria, visti i 3 angoli che, in rapida sequenza nei primi 20 minuti di gara, hanno fatto suonare l'antifurto nell'area romanista.

La capacità di variare le soluzioni e l'abilità con cui sono state messe in atto le giocate a palla da fermo studiate dal hanno cerchiato in rosso alcune titubanze difensive della Roma. La squadra di Fonseca, nell'occasione di ieri, si è disposta con un uomo, Pedro, sul 'corto', al limite regolamentare (9,15 metri) dalla bandierina anche in virtù della doppia presenza sulla palla, con giocatori di piede opposto per complicare le previsioni sulla traiettoria. Gli altri sono all'interno dell'area: 2, Mayoral e , a presidiare la zona tra il palo e il limite più vicino al pallone dell'area del , una linea di 5, composta dai migliori saltatori a disposizione, sulla riga più estrema della stessa, oltre a 2, Diawara e Carles Perez, ad occuparsi dei saltatori avversari che partivano nei pressi del dischetto del rigore.

La prima giocata del , a cercare la conclusione di Svanberg posto al limite dell'area con una battuta di sinistro dalla bandierina, ha messo in luce i punti deboli di alcune disposizioni a zona, come la copertura degli spazi più lontani rispetto al pallone, il limite dell'area opposto, appunto, vista la necessità di coinvolgere l'intero 11 nelle disposizioni interne, o gli spazi estremi all'altezza del secondo palo.

Aspetti in cui il ha scavato anche nelle due successive giocate: la prima sfruttando l'arrivo in corsa, in un classico 3° tempo, dei saltatori, che possono godere del vantaggio dinamico rispetto a chi attende l'arrivo in posizione, situazione accentuata anche da una postura estremamente statica dei difendenti di Fonseca. La seconda proprio ricercando la parte più lontana, dove Soriano si è ritrovato a battere con tutti i comfort del caso per via dell'uscita accennata da Mirante, un aspetto, quello dell'intervento del , che la disposizione a zona quasi richiede in determinati casi, della facilità di divincolarsi da Carles Perez, costretto come Diawara, a sopportare una doppia inferiorità numerica, e, infine, dell'attenzione interamente dedicata al pallone da parte dei 5 in linea, con Reynolds, al pari di altri, preoccupato soltanto dalla traiettoria del pallone.