L'allenamento invisibile di Mourinho: il tempo, Marco Aurelio, la famiglia e quel virus positivo sempre nel segno dell’empatia. Un anno di parole aspettando il 13 agosto

05/07/2022 alle 12:34.
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LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - 2 luglio 2021, sul pianeta Roma atterrava l'alieno Mourinho. E bastava la figura, l’aurea carismatica e la sua gestualità consapevole, a rovesciare sul popolo romanista litri d'entusiasmo, speranze e rinnovate ambizioni, utili a rinfrescare una piazza inaridita da stagioni che finivano per assomigliarsi sempre più le une alle altre.

3 luglio 2022, sul pianeta Roma torna il dominatore Mourinho. Che un anno dopo stringe in pugno, come un drappo, pensieri, umori, discorsi, desideri del pianeta romanista. “Parliamo il 13 agosto”. Nulla più. E se questo, è facile ipotizzare, condannerà ad un altro mese di oroscopi circa gli sguardi, le smorfie, i gesti o i post su che emanerà l’allenatore portoghese, meglio guardarsi indietro, magari scovando indizi, ripassando o semplicemente fissando punti, sull'allenamento invisibile (mica tanto) di Mourinho.

LUGLIO 2021 - La "missione impossibile", come la definiva Mourinho durante giugno in un'intervista a GQ, "perché la gente mi considera e mi guarda considerandomi in un solo modo: un vincente", inizia l'8 luglio 2021 tra i cieli di Roma, sopra Terrazza Caffarelli. Poco distante la statua equestre di Marco Aurelio su cui Mourinho appoggerà la proverbiale citazione che accompagna i suoi debutti comunicativi. "Nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla", ripete il nuovo allenatore della Roma rifacendosi all'Imperatore Romano. "Tempo" sarà la parola chiave della sua prima conferenza stampa.

AGOSTO 2021 - Il 19 agosto la Roma è già in marcia in Europa, di scena a Trebisonda, dove affronta il Trabzonspor nei preliminari di Conference League. Al rientro, si dormirà a Trigoria e "magari le fidanzate o le mogli dei giocatori non saranno contente della mia decisione - dice col ghigno migliore Mourinho dopo la sfida -. Ma torniamo tardi e dobbiamo recuperare. La professionalità è questa, le vacanze sono finite". Le vacanze sono finite. Sempre quel giorno, parlerà del famigerato "mercato di reazione, tra l’infortunio di Spinazzola e l’uscita di . Voglio dire che manca qualcosa e spero che possa arrivare l'estate prossima per poi pensare alla seconda stagione in modo diverso".

Alzerà i giri comunicativi già 10 giorni dopo, al termine dello 0-4 sulla Salernitana: "Io non voglio troppa tranquillità e non voglio troppo tempo. Va un po' contro la mia natura. Non voglio tempo e poi finire settimo o ottavo, voglio accelerare un po' il processo. Stiamo costruendo un bel gruppo. Quando guardo la panchina ovviamente mi piacerebbe avere non dico più qualità, ma più esperienza".

SETTEMBRE 2021 - L'inizio perfetto, 6 vittorie nei primi 6 match tra Europa e Serie A, si macchia nella seconda metà di settembre: "Una stagione non è un'autostrada ma una strada con curve e devi guidare sempre con concentrazione, con attenzione. Per Bayern, Psg magari è un'autostrada. Tranquilli, piano piano...". Prima di affrontare l'Udinese, ma rivolgendosi alla sconfitta per 3-2 col Verona di pochi giorni prima, dirà anche: "Sono venuto qui proprio per il mio livello d'esperienza, di maturità, di equilibrio per non andare in euforia per aver vinto 3 partite, non 30 parole mie, né per andare in depressione dopo una sconfitta. Voi cercate di inserirci nel gruppo di squadre che nelle ultime due stagioni hanno fatto 20 punti in più".

Settembre finisce con la sconfitta nel derby, dopo la quale Mourinho comincia a sguainare una delle sue arme preferite: "Orgoglio, squadra e qualità, sì. Magari qualcuno non è d'accordo con me ma meritavamo un risultato diverso e l'arbitro è stato decisivo".

OTTOBRE 2021 - Di 6 partite nel mese, tra Conference League e Serie A, la Roma ne vincerà 2. Cadrà, in maniera fragorosa, in casa del Bodo/Glimt. "Dopo il 3-1 la partita è stata completamente persa dal punto di vista emotivo, dopo è successo il dramma, appena prendevano palla segnavano - dirà Mourinho dopo il 6-1 -. La spiegazione è chiara, erano più forti di noi ed è colpa mia. [...] La loro prima squadra è migliore della nostra seconda, la squadra con più qualità ha vinto".

Prima di appiccare le fiamme per scatenare l'incendio che dia vita al primo processo di selezione naturale, Mourinho nella conferenza stampa pre-Bodo pronuncia quella che sarà una delle parole chiave della stagione, "famiglia": "Questa squadra è diventata una famiglia indistruttibile: non c'è sconfitta, non c'è risultato, non c'è gioco io o giochi tu". L'incendio produrrà vittime, con alcuni calciatori finiti in tribuna nella sfida successiva col : "Non sono giocatori che hanno una croce, non sono finiti. Domani è un altro giorno e si ricomincia da zero". Kumbulla ricomincerà.

Nella conferenza stampa che portava alla gara contro "Spallettone" (cit.), Mourinho aveva già sguainato la spada dialettica: "I Friedkin hanno ricevuto nelle mani, lasciatemi trovare una parola perché inizia con la 'm' e non posso dirla, tanti errori che altri hanno fatto. E lo stesso vale per Tiago Pinto. La proprietà ha speso tanti soldi per sistemare cose fatte prima da gente che ride e qualcuno lo fa con le tasche piene di soldi". Sarà l'occasione anche per sottolineare la "cicatrice emotiva di un record di infortuni che non ho mai visto in vita mia". Il bollente ottobre finisce con la sconfitta sul Milan, che aprirà la serie di interviste post partita flash di Mourinho: "Complimenti al Milan, non voglio dire niente di più perché se parlo non sarò in panchina domenica. Mi dà rabbia la mancanza di rispetto per i nostri tifosi, per quelli che amano la Roma. Rispetto che noi abbiamo, anche in una partita in cui non abbiamo giocato bene ma abbiamo dato tutto. Questo rispetto, che noi abbiamo, altri non lo hanno. Però adesso basta". Si stacca l'auricolare e vola via.

NOVEMBRE 2021 - Dopo la sconfitta col Venezia, Mourinho dirà: "Questa non è la stagione per attaccare in modo chiaro gli obiettivi in classifica, con un contratto di 3 anni di tempo per lavorare qui questa può essere una stagione di dolori, nel corpo e nell'anima, ma è molto molto importante per me per capire qualcosa che non capivo prima di arrivare. Già ora capisco di più rispetto a 2-3 mesi fa". Sarà il giorno in cui definirà la rosa "squilibrata", citando l'esempio di Karsdorp che "era in difficoltà fisica e per un giallo preso, chi avrebbe giocato nel secondo tempo?". Probabilmente Celik, un anno dopo.

Indizi di mercato che arrivano anche quando, ad inizio mese, Mourinho presenta Felix: "Ha qualità che noi non abbiamo, è un giocatore che cerca movimenti che noi non facciamo tanto. Siamo una squadra con giocatori che vogliono palla al piede e pochi che vogliono la palla nello spazio, che sono anche aggressivi come lui senza palla nel modo di pressare e trascinare la squadra". Una traccia di cosa muove le ricerche romaniste sul fronte offensivo?

In questo mese, Mourinho rovescia la Roma adeguandosi alle preferenze a 3 forse anche perché "quando hai una rosa in cui non hai 2 giocatori con un potenziale simile in ogni posizione anche l'allenatore diventa reattivo e non proattivo". A fine novembre, poi, il bagliore di luce è nell'1-0 col Torino, appena il secondo risultato minimo raccolto dalla Roma dall'inizio della stagione: "Mi piace tanto vincere così e ho detto ai giocatori negli spogliatoi che mi piace vincere di più così che 5-0: questa è una vittoria dello sforzo, della concentrazione, del gruppo". Mourinho sta geneticamente modificando la Roma.

DICEMBRE 2021 - Il mese inizia con la sconfitta a . Un'altra intervista rapidamente abbandonata da Mourinho solo dopo aver lanciato un paio di messaggi significativi. Il primo per i "suoi" che "hanno dato tutto, contro tutto e tutti". Si va componendo l'ambiente motivazionale preferito dall'allenatore. Un senso d'accerchiamento che trasformi quella che, di base, è un'azienda milionaria composta da ricchi professionisti in una tribù mossa dagli istinti più primitivi del genere umano. Un'opera che possono azzardare solo gli allenatori-sciamani più dotati.

Poi, un pensiero per Zaniolo che, "se fossi in lui", spiega Mourinho, "inizierei a pensare che giocare in Serie A sia difficile per uno come lui". Più avanti, con l'avvicinarsi del mercato, a parlare sarà il manager Mourinho: "Se a gennaio si può fare qualcosa bene, ma non faremo un investimento pazzesco come magari si fanno in estate". Ora è estate, la stagione degli investimenti pazzeschi. Questo prima di affrontare lo Spezia, poi, dopo aver vinto 2-0 contro la squadra di Thiago Motta, sarà il portoghese a svelare quello che può essere il rischio principale, dal suo punto di vista, nell'avventura alla Roma: "Ho avuto le migliori rose del mondo e anche io ho bisogno di forza per lottare contro qualche frustrazione". Prima di Natale, gli auguri di Mourinho contengono un'altra parola cardine della sua visione: l'empatia. "Per lavorare con il tempo c'è bisogno dell'empatia, perché senza l'empatia il tempo vola e non si costruisce niente. L'empatia è molto importante - spiega il tecnico -. E vi assicuro che qui, tra le mura di Trigoria, l'empatia c'è e non è fine a se stessa: è un'empatia che cresce, che diventa sempre più solida. Qui tutti lavorano e vogliono farlo in gruppo". La tribù si va componendo.

GENNAIO 2022 - L'anno nuovo si apre con due sconfitte, la prima col Milan e la seconda, schizofrenica, sbatte la Roma di fronte ai fantasmi storici. 3-4 per la dopo il momentaneo 3-1 della squadra di Mourinho. E' il 9 gennaio del 2022, le parole dell'allenatore puntano dritte agli organi interni dei giocatori: "Questa comfort zone di giocare per essere al quinto, sesto, settimo posto è troppo facile per qualche tipo di personalità. Come ho già detto ai ragazzi dopo il Milan sono loro a dover venire nella mia direzione, non sono io a dover andare verso il loro profilo psicologico. No, questo non lo voglio". Qui Mourinho sta allenando, davanti a tutti, in televisione. Non parla, allena. Lo farà ancora più avanti, quando prima dell'Empoli dirà: "Kumbulla due mesi fa non aveva la mia fiducia totale ma ora l'ha conquistata con umiltà, lavoro ed apertura totale alle critiche". E' l'episodio di cui ha bisogno la sua visione, affinché questa sia rafforzata e contagi ulteriormente chiunque faccia parte o circondi il pianeta Roma.

FEBBRAIO 2022 - C'è già Zaniolo tra i discorsi di mercato, con la risposta di Tiago Pinto nella sua conferenza stampa post sessione invernale ("Non posso io come nessuno", alla domanda 'Può garantire che Zaniolo resterà?') utilizzata per alimentare gli scenari di un prossimo addio. "Se il mio obiettivo è quello di migliorare sempre, ovviamente i calciatori importanti devono restare sempre con noi. E Zaniolo come minimo sarà un nostro giocatore fino al 2024" dovrà enfatizzare Mourinho nella prima conferenza utile. Chissà se 5 mesi dopo si può dire ancora lo stesso. Sempre quel giorno, l'allenatore di Setubal dirà: "Andare in sarebbe importante economicamente e anche come prestigio, ma vincere una competizione è come un virus positivo. Cambia il tuo modo di essere, di pensare, di gestire le emozioni e definire i tuoi progetti. Vincere è una cosa fondamentale, sarebbe molto importante riuscirci". Che contagi senza ritegno, quel virus positivo.

Gli arbitri entreranno sempre di più nella dialettica post partita: "Per il suo curriculum vitae è una cosa bella un'ammonizione a Mourinho" dirà al termine di -Roma. Dopo la sfida di San Siro si racconterà poi di un duro sfogo dell'allenatore negli spogliatoi, analizzato così dal portoghese nella successiva conferenza stampa: "I giocatori mi hanno detto che gli piace come lavoro con loro. Mi hanno detto che non hanno mai avuto allenatori così. Con me non ci sono segreti, dico tutto in faccia, do la possibilità di avere un dialogo, non voglio un monologo. Loro non vogliono che io cambi. Tu parli di sfogo ma per me si lavora così".

MARZO 2022 - A conti fatti, marzo sarà l'unico mese della stagione della Roma, escludendo agosto dal conteggio, che non prevedrà sconfitte nel cammino giallorosso. Anche perché "la squadra capisce meglio i momenti di gioco, capisce meglio quello che deve fare, è più pragmatica. Abbiamo perso un po' quell’essere naif, oggi anche nelle difficoltà la squadra ha reagito bene", come dirà Mourinho dopo l'andata col Vitesse. Parole messe in grassetto anche al ritorno che darà l'accesso ai quarti di Conference League: "La squadra ha dei limiti a diversi livelli, ma se qualche mese fa tutti parlavano di noi di non avere capacità durante la partita di riuscire a controllare un risultato, come nel disastro con la o altre partite come a Sofia, adesso si parla della nostra capacità di resistere".

Finisce trinciato dall'abilità comunicativa di Mourinho anche Zeman, alla vigilia del derby: "Non ti aspetti che un allenatore con 25 titoli risponda a uno con due Serie B..." dirà al giornalista che provava a chiedergli un commento sulle parole non proprio amichevoli dell'ex tecnico di Roma e Lazio, tra le (tante) altre. Sempre quel giorno, gli chiederanno se preferisce una squadra che controlla la gara o che riparte. Un assist che JM spinge in rete così: "La Roma che mi piace di più è quella che vince e domani voglio una Roma che vince". Roma-Lazio 3-0, con gli olè del pubblico disinnescati da Mourinho in un altro allenamento mentale andato in scena mentre in campo si giocava il derby. Al quale prese parte anche Zalewski"il bambino che ha fatto molto bene", nel giudizio del tecnico, che ci tiene a rimarcare come sia "stata la stampa di Roma a 'uccidere' il ragazzo. Se fossi un allenatore di m...a collasserei sotto la vostra stampa". Ma no, Mourinho non dà alcun cenno di cedimento, anzi, sembra avere il tocco magico in questi momenti.

APRILE 2022 - Tra i dubbi sul futuro c'è quello riguardante l'assetto base della Roma: ricominciare da 3 o reinstallarsi a 4? "Penso che la difesa a tre ci abbia dato una stabilità che ci mancava da tempo. Se si continuerà così anche la prossima stagione non lo so, dipenderà da tante cose" diceva Mourinho ad inizio aprile. Pochi dubbi, invece, sulla squadra che vorrà: "La Roma che mi piace è stabile. Giocando bene o male, si vince o non si vince ma voglio vedere una Roma con stabilità. Giocare a tre penso aiuti tanti giocatori, aiuta i terzini che non sono i terzini ma più offensivi come Zalewski, aiuta la stabilità dei tre difensori e aiuta trovare le dinamiche in avanti dove è importante avere sicurezza nel gioco o classe fra le linee". Di Mkhitaryan, appena passato all', dirà sempre in un post partita del 3 aprile: "Lo voglio qui e lui vuole restare, la società e Pinto vogliono che resti. Mino Raiola è innamorato dei suoi giocatori: se Micki vuole restare lo farà restare". Nessuna sorpresa, dunque, se nel paragone tra la prima Roma e la seconda, Mou farà pagare, almeno a parole, l'assenza dell'armeno.

Aprile, però, è il mese dei fantasmi. Quelli da scacciare, quelli che quest'anno hanno le sembianze del Bodo/Glimt. Dopo aver perso l'andata, Mourinho è lì ad offrire la sua mano rassicurante: "E' l'intervallo, perdiamo 2-1 e abbiamo il secondo tempo per giocare in casa, in uno stadio che è tutto esaurito, con la nostra gente che sicuramente sarà lì per la squadra. Adesso non ho problemi a dirlo, siamo noi i favoriti per la semifinale". Ora la squadra, sopravvissuta già alle sue terapie d'urto, ha bisogno di rinforzi positivi e Mourinho si muove esclusivamente a protezione della sua "famiglia". "Questo è assolutamente fantastico a vederlo da spettatore, un'empatia e una qualità tremenda. Una partita fantastica. Purtroppo per noi e per il calcio, c'erano i signori Di Paolo e Di Bello..." dirà dopo -Roma. Poi verrà il Leicester, in Conference League, respinto a colpi di "questa non è la loro competizione, è la nostra competizione". E dopo l'andata Mourinho coltiva ancora il senso di auto-efficacia della squadra: "5-6 mesi fa avremmo sicuramente perso questa partita". E poi: "Ora c'è una finale da giocare non a Tirana, ma a Roma". E' la prova generale del gran finale.

MAGGIO 2022 - Al ritorno col Leicester, Mourinho non potrà schierare Mkhitaryan e, a rileggerle ora certe dichiarazioni, si capisce una delle urgenze del mercato in corso: "Non abbiamo un altro Mkhitaryan. Ci sono alcune squadre top dove hai giocatori molto simili in ogni situazioni, queste squadre possono fare il perfetto e non soffrono quando non c'è qualche giocatore. Noi non abbiamo un altro giocatore come Mkhitaryan e questo è ovvio". E ora a mancargli è anche l'originale. Quel 4 maggio, però, alla vigilia di Roma-Leicester, Mourinho reggerà l'assenza di uno dei suoi giocatori migliori con un senso di squadra decisamente diverso dall'inizio: "Siamo qui come squadra, non c'è Mkhitaryan ma ci sono altri. Come squadra andiamo domani lì a combattere".

Come un percussionista di anime, Mourinho tocca i punti esatti della Roma da cui sa di poter raccogliere il miglior rumore possibile. E nulla risuona come l'Olimpico in questa stagione: "Se abbiamo 70mila spettatori il significato è nullo, se abbiamo 70mila che vogliono giocare è una storia diversa. Io e i giocatori chiediamo questo alla gente: non venite allo stadio per guardare la partita, venite allo stadio per giocarla". 70mila contro 11, non può esserci partita. Più avanti, prima del Venezia, annuncerà quello che si va scoprendo in questi giorni: "Nella prossima pre-stagione prenderemo altri 3-4 ragazzi per crescere con noi, per diventare subito parte del nostro gruppo".

Poi tutto si mise in sospeso in attesa dell'evento. Che Mourinho racconta così una settimana prima: "Sì, sento che è più difficile far concentrare la gente prima della finale. Ho fatto anche degli esempi internamente, prima di vincere la con l' ci giocavamo lo scudetto, se non avessimo vinto l'ultima di campionato non lo avremmo vinto. E si pensava solo alla partita decisiva per il campionato, non a quella dopo. Al Porto è successo esattamente lo stesso. Qui c'è un'euforia generale che si sente e che non aiuta a concentrarsi a una gara importante. E morirò con quest'idea, per me la prossima partita è la più importante". Quando la Roma vincerà 3-0 a Torino, guadagnandosi il massimo rimasto a disposizione tramite il campionato, forse tutto gli sarà apparso più delineato. Perché a quel punto "il lavoro è fatto", come dirà alla vigilia di Roma-Feyenoord: "Non dobbiamo fare niente di speciale, dobbiamo essere solo noi stessi, come una squadra, conoscendo le nostre qualità e i nostri limiti".

La profezia s'avvera a Tirana, come spiegherà Mourinho nella conferenza stampa poi interrotta dall'invasione dei giocatori in festa: "Ricordo che quando ho fatto la mia millesima partita e mi hanno offerto una cena io ho detto loro che questa stagione sarebbe finita in modo speciale". Quel concetto di famiglia che torna anche all'ultimo: "Siamo arrivati qui come la famiglia che siamo, una famiglia che anche oggi ha superato le difficoltà".

Prima di questo, mentre tutti i romanisti brancolavano nella felicità senza saper come fare, c'era un uomo che sapeva staccarsi dal contesto per dire: "Io rimango, non c'è dubbio, anche se arriva qualche voce o qualcosa. Non voglio qualcosa, voglio rimanere a Roma. Bisogna capire cosa vogliono fare i nostri proprietari, che sono onestissimi, per la prossima stagione. Possiamo dare seguito a questo progetto, bisogna solo capire per definire una direzione per la prossima stagione". Era appena iniziata la nuova stagione.

@MirkoBussi