IL ROMANISTA (S. ROMITA)- Si può morire. Così si può morire. Un gol così importante al- lultimo secondo di recupero e dopo quello che era accaduto due secondi prima non ci era mai capitato. Nella vita dei roma- nisti non era mai accaduto. Ci voleva il Re del divertimento sullerba per farci vivere questa esperienza indimenticabile. E stia sicuro Totti che non ci dimenticheremo mai il suo cucchiaio, dolce come il cioccolato. E il suo colpo desterno destro con guizzo bruciante del ventenne che probabilmente ci porterà ancora in Champions.
Lì da solo, come la statua della Libertà con il braccio alzato ad ammettere Sì sono io il più grande. Perché lui è veramente il più grande del mondo. E la grandezza di chi entra a tre minuti dalla fine senza fare polemiche con lex allenatore. Ed è la grandezza di chi sa sempre che può cambiare la partita indipendentemente dalle carte date sul tavolo. Unimmensità che gli viene riconosciuta da tutti: compagni, tifosi, critici. LUdinese non riconosce tutto questo, se non con lonesto Guidolin. Certo brucia perdere un attimo prima della doccia. Ma la squadra bianconera non cè stata veramente mai. Labbiamo rimessa in corsa noi dopo il rigore. Noi che per venti minuti abbiamo evitato daffondare. Poi ci siamo ricordati di giocare con due centravanti. Poi Taddei si è ricordato che sa giocare anche con la testa. Poi De Rossi si è ricordato che è un calciatore di una classe ineguagliabile. Poi Burdisso si è ricordato che lArgentina è meglio della Francia. Poi Riise si è ricordato, e in più di unoccasione, che lui se vuole sulla sinistra fa proprio male a tutti. Meno che a Totti. Che non ha bisogno di ricordarsi chi è.



