Graziani: "Gestione da dilettanti da parte dei Friedkin. Avrei ripreso De Rossi, ma non c'è persona migliore di Ranieri"

08/12/2024 alle 14:12.
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DIRETTA.IT - Francesco Graziani, ex calciatore della Roma, ha rilasciato un'intervista al portale e tra i vari temi trattati si è soffermato su Edoardo Bove e sul momento vissuto dal club giallorosso. Ecco le sue dichiarazioni.

Difficile non iniziare da Edoardo Bove e dal suo malore. Cosa ha provato?
"Tanta commozione, tanta paura, mi sono ritornate in mente anche le immagini che ho vissuto con Giancarlo Antognoni. Io ero in campo in quel momento e, quindi, ho rivissuto un incubo. Per fortuna adesso le notizie sulla salute del ragazzo sono buone: è fuori pericolo di vita e questo è già il miracolo più bello. Poi, da quello che si dice, dovranno mettergli un defibrillatore e, se sarà così, lui in Italia non potrà più giocare al calcio".

Come può salvare la stagione la sua Roma? Crede che Ranieri riuscirà a mettere tutti d'accordo?
"Se arrivano i risultati sì, altrimenti ci va di mezzo anche Ranieri, il calcio è fatto dei risultati. Adesso la Roma ha un'opportunità importante perché gioca degli scontri salvezza. Perché oggi la Roma gioca per non retrocedere, la posizione in classifica è quella che è, in piena zona retrocessione. Dopo la partita con il Lecce va a Como in un altro scontro salvezza e, successivamente, ha il Parma in casa che è un altro scontro salvezza. Se fa sei punti in queste partite fa un salto di classifica, ma se ne fa meno e la situazione rimane esattamente quella attuale vorrà dire che anche la cura Ranieri non ha funzionato".

È stato giusto affidarsi a un traghettatore fino a fine stagione o era meglio cominciare sin da subito un progetto a lungo termine?
"Assolutamente sì. In realtà, io avrei ripreso De Rossi, ma non c'è persona migliore di Ranieri per poter gestire la società e la squadra".

Sono passate oramai diverse settimane: che idea si è fatto sull'esonero di De Rossi?
"Sono stati molto precipitosi, una società di dilettanti perché tu non puoi rinnovare il contratto a un allenatore tre mesi prima per tre anni e poi, dopo quattro partite che sono nate male, lo mandi a casa. È un controsenso, però i soldi sono loro, facciano come gli pare, ma li stanno regalando. In questo momento, il vero problema della Roma, più della situazione di classifica, è che non c'è società. I Friedkin, padre e figlio, non si sa dove siano e abbiamo un direttore sportivo che parla solo francese e ogni tanto accenna qualcosa in italiano. Peggio di così la cosa non poteva andare".

Roma-Lecce del 1986 che costò lo scudetto e Roma-Liverpool del 1984 che costò la Coppa dei Campioni. Più dolorosa la sconfitta contro il Lecce o quella in finale contro i Reds?
"Le sconfitte sono tutte dolorose. È chiaro che quella in Coppa dei Campioni brucia... La sconfitta con il Lecce ci può stare, non è la prima volta che succede che un grande club perde con una squadra retrocessa, ma quando perdi una Coppa dei Campioni e in più sbagli il calcio di rigore, è chiaro che il rammarico è molto più grande".

Come si spiega che due delle sconfitte più dolorose della storia della Roma siano arrivate all'Olimpico? La pressione della piazza è diversa che altrove?
"No, no. È fantastico giocare a Roma, c'è un affetto, un entusiasmo incredibile e, quello romanista, è un popolo che spesso ti accusa solo se non ti impegni, altrimenti accettano tutto. Sono molto disponibili e competenti, i tifosi della Roma, e l'entusiasmo che c'è intorno a quella squadra è fantastico. Non c'è pressione, secondo me, è solo entusiasmo".

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