
L'ex giallorosso Elio Capradossi, oggi in Romania all'U Cluj, ha rilasciato un’intervista a Chiamarsibomber.com in cui ha parlato anche degli anni trascorsi a Roma, prima nelle giovanili e poi aggregato anche alla prima squadra. Di seguito uno stralcio.
Da ragazzo cresciuto nelle giovanili e da tifoso, com’è stato esordire con la prima squadra della Roma?
“Un sogno che si realizzava, imprevedibile per come è avvenuto. È stato bello, veramente emozionante. Mi ricordo che all’epoca non avevo neanche avuto il tempo di pensarci più di tanto, perché era successo tutto in maniera molto veloce. Quindi è stato bello, è stata una cosa che un ragazzo sogna e che poi si realizza”.
Di quella squadra, che fece anche la semifinale di Champions, quale era il tuo compagno più forte?
“Ce n’erano tanti, era una Roma fortissima. In quell’annata era veramente una squadra stratosferica. Se devo sbilanciarmi su un nome, allora dico Dzeko”.
Hai avuto la sensazione che quella Roma potesse arrivare in fondo e vincerla quella Champions?
“Beh una volta che stai lì e dopo l’impresa contro il Barcellona, è giusto crederci. Come immagino ci credano le altre tre squadre che arrivano fino a quel punto. Sicuramente la squadra ci credeva, sapendo comunque quanto era difficile. Però quando arrivi così lontano, è giusto crederci”.
Hai avuto la possibilità di conoscere Totti?
“Sì, l’ho conosciuto. Nel periodo della Primavera, ho fatto un paio di tournée estive con la prima squadra, quando lui ne faceva ancora parte. Ho avuto la possibilità di marcarlo in vari allenamenti. Sicuramente era difficile anche solo allenarsi uno contro uno con lui. Poi sei giovane, ogni parola che ti dice, ha un effetto diverso. Ed era forte forte, quindi non oso immaginare come fosse prima, visto che in quel periodo era proprio alla fine”.
Chiusura su Nainggolan.
“Sicuramente un compagno super divertente, socievole. L’approccio con quelli che potevano essere dei ragazzi come me, più giovani, era lo stesso che usava con i veterani: un ragazzo davvero simpatico e inclusivo. Sicuramente dall’interno si vede che è molto più semplice di come viene fatto passare fuori”.