
Nella serata di ieri è andata in scena una nuova puntata di Open VAR, il format di Dazn incaricato di analizzare i più importanti episodi arbitrali della giornata, e il designatore Gianluca Rocchi ha parlato del contatto tra Manu Koné e Mario Pasalic in Atalanta-Roma. Il centrocampista giallorosso era stato toccato dal calciatore bergamasco e il direttore di gara Simone Sozza aveva assegnato il rigore, ma successivamente ha revocato il penalty in seguito alla revisione al VAR.
Nella prima parte viene mostrata l'analisi della sala VAR e l'attento studio dei numerosi replay dell'azione: "Ti consiglio una On-Field Review per revoca del calcio di rigore", il richiamo della sala VAR a Sozza. "A toccare lo tocca. Per capire se c'è ammonizione...", afferma l'arbitro. Interviene la sala Var: "Il contatto è minimo. Spetta a te dire se è ammonizione per simulazione. Lui si lascia andare, il difensore (Pasalic, ndr) non chiude mai l'intervento". "Il contatto c'è - spiega l'arbitro a Marten de Roon - Non è rigore ma non è neanche simulazione". "Lo tocca, ma non è rigore", dice a Matias Soulé.
"Dalla prospettiva dell'arbitro il contatto sembra un'altra cosa. Dunque, si può comprendere la scelta - la spiegazione di Rocchi -. Il Var propone una camera migliore, dando un punto di vista diverso da quello di Sozza e convince l'arbitro a cambiare decisione. Su questa tipologia di contatti abbiamo fatto un lavoro molto importante; secondo me siamo anche coerenti. L'obiettivo è ridurre i rigori leggeri, a fine anno tireremo le somme, ma i numeri sono ottimi. Attenendoci alla linea che stiamo seguendo, questo non può essere un calcio di rigore".
La simulazione?
"Simulare è una cosa, il contatto è un'altra. Questo è un contatto che non porta a un calcio di rigore, ma non deve essere obbligatoriamente una simulazione. Non vorrei passasse il concetto che una simulazione serva a rafforzare una non decisione: la simulazione è una cosa importante. La revisione è stata un'ottima chiamata, in questo caso".