LAROMA24.IT - Giuseppe Giannini o più semplicemente il Principe. Mai soprannome fu più azzeccato. Aristocratico nelle movenze in campo, tecnica indiscutibile, disinvoltura nella corsa, un mix di classe e portamento.Peppe Giannini nasce a Roma il 20 agosto 1964 nel quartiere africano. I primi calci al pallone avvengono nella parrocchia di San Giuseppe a Frattocchie, poi il passaggio allAlmas Roma, club di Via Demetriade. Nel 1980, ad appena 15 anni, il presidente Dino Viola e Giorgio Perinetti, responsabile del settore giovanile, lo strappano alla concorrenza del Milan per 40 milioni di lire. Per lesordio in Serie A bisogna attendere due anni.
Tante gioie ma anche dolori durante la sua militanza a Roma. La finale di Uefa persa contro lInter, il rigore decisivo sbagliato nel derby del 6 marzo 1994, le tensioni con mister Bianchi e la rottura con Franco Sensi. Il Principe nel 1996 lascia con dolore la Capitale. Si trasferisce allestero, allo Sturm Graz dove vince la Coppa e la Supercoppa d'Austria. Poi il ritorno in Italia. una brevissima comparsa al Napoli, chiamato da Mazzone e due stagioni a Lecce. Retrocede e lanno seguente riporta i salentini in serie A. Il suo bilancio è di 437 gare ufficiali con la maglia giallorossa e 75 gol allattivo. In campionato sono 318 le presenze con 49 gol realizzati. Lultima partita nella vittoria per 4 a 1 a Firenze nel maggio del 1996, autore di tutti e quattro gli assist.
La sua esperienza in nazionale è legata al nome di Azeglio Vicini che lha sempre considerato fondamentale fin dai tempi dell'under 21. Con gli azzurri 47 presenze e 6 gol. Tra le grandi competizioni prende parte agli europei tedeschi del 1988 e le notti magiche di Italia '90. Segna il gol vittoria nel suo Olimpico contro gli Stati Uniti. LItalia arriva terza, sconfitta ai rigori in semifinale dallArgentina. Il 17 maggio 2000 laddio al calcio. Unesibizione amara, rovinata dallinvasione di 3000 tifosi che si sfogano per lo scudetto appena vinto dalla Lazio. Inizia poi la carriera di allenatore. In serie C con Foggia, Sambenedettese e Massese e in Romania alla guida dell'Argest Pitesti. Esperienze non positive, tra esoneri e dimissioni. La svolta nella stagione 2008-09 in cui riesce a portare il Gallipoli ad una storica promozione in serie B.
Rimangono indelebili nel cuore dei tifosi alcune istantanee. Come il match di ritorno della finale di coppa Italia col Torino. I tre rigori messi a segno nellinutile 5 a 2 sui granata e il palo colto a pochi secondi dalla fine. Il gol-salvezza a Foggia e le lacrime di gioia. Lesultanza sotto la curva in un Roma-Slavia Praga, ritorno dei quarti di coppa Uefa nellultima stagione del Principe nella Capitale.
Rimane il ricordo di un Capitano che ha rinunciato a molto per rivendicare la sua appartenenza e che ha difeso con orgoglio i propri colori. Una bandiera. Elegante e lottatore. Principe e popolano.