Gli é bastata un'ora. Quel che navigati uomini di calcio capiscono in valutazioni lunghe settimane, mesi, forse stagioni, James Pallotta lo ha capito in un'ora. A New York. Prima colloquio
Gli é bastata un'ora. Quel che navigati uomini di calcio capiscono in valutazioni lunghe settimane, mesi, forse stagioni, James Pallotta lo ha capito in un'ora. A New York. Prima colloquio, a seguire tiri liberi in cortile. Rudi Garcia lo ha convinto: é l'uomo giusto e resterá a lungo sulla panchina giallorossa. Che sia stato quindi lui - e non Sabatini - a contattarlo in prima persona due anni fa, quando ancora doveva diventare presidente Dibenedetto?
Nessun incedibile (dice) ed é magari proprio col ricavato delle cessioni (non lo dice) che la sua Roma fará mercato. Non è preoccupato dalle Fiamme Gialle e non si sbilancia troppo su De Rossi. Quel "vedremo", peró, piú che interlocutorio sembra introduttivo. Al commiato. E chi vivrá, vedrà. Per ora, basta e non avanza.
Non una parola pronunciata sul mese più lungo vissuto dai tifosi romanisti, non una spesa sul posto vacante lasciato da Baldini, volato a Londra per recitare l'Amleto con Villas Boas. Pallotta ne trova alcune, invece, sul futuro di Totti. Prevede al massimo un altro biennio del capitano in campo. "Farà sempre parte della Roma", rassicura pervaso da bostoniana bonomia.
Bontá sua, presidè. Bontá sua.