LR24 (DARIO BERSANI) - Montagne russe, altro giro altra corsa. Se prima di ieri dilagava contagiosa una irrefrenabile joie de vivre, lo scudetto non era un miraggio e il Napoli era un fuoco di paglia, oggi la Roma si è svegliata intirizzita e debilitiata, come se fosse pieno inverno. Senza speranze, senza regista e senza via d’uscita. Senza attenuanti, insomma. Proviamo a tenere il gettone in tasca ragionando a mente fredda.
COSA NON VA:
- LA COPERTA CORTA.
- Se difendi come Dio comanda, segni poco. Relativamente pochi sono infatti i 14 gol realizzati (il Napoli battistrada ne ha segnati già 12 in più) soprattutto considerando che due terzi sono stati concentrati nelle tre partite più abbordabili con Verona, Benevento e Udinese e che la metà esatti sono targati Dzeko. Se non trova sbocchi lui, si fa fatica.
- GLI INFORTUNI.
- Muscolari. Ancora. Troppi. Ultimo colpito Manolas: poca scelta, poche varianti. Di Francesco sottolinea i problemi di preparazione e sacramenta contro la malasorte. La Roma guida la classifica dei legni colpiti. Nove in sette partite sono un’abnormitá e i due scontri al vertice persi in casa pesano giá tanto nell’economia della pur giovane classifica. Non dimenticando che, con episodi più favorevoli, le analisi sarebbero differenti.
- LA POSIZIONE DI NAINGGOLAN.
- Partito a razzo, arrivato come un minicicciolo. Il rischio di normalizzare uno dei migliori cinque calciatori della Serie A è concreto. Modulo o non modulo, il belga deve tornare protagonista e trascinatore.
COSA VA:
- LA DIFESA tiene, se il Napoli non ha dilagato non puó essere solo dabbenaggine di Hamsik e compagni, che finora timbravano quasi quattro volte a partita.
- FAZIO.
- È subentrato e tirato virilmente su il baricentro della squadra. I problemi di prima costruzione contro squadre forti e attrezzate possono essere mascherati con l’irrinunciabile presenza dell’argentino. Se sta bene, una tra le prime maglie da titolare è da affidare a lui.
- I RIENTRI.
- Strootman ed Emerson in gruppo, Karsdorp tra i convocati, i due esterni offensivi convalescenti e presto Schick. Ai giallorossi servono subito risorse per confondere gli avversari. Sperando che ad esser confuso non risulti essere l’allenatore.