LR24 (DARIO BERSANI) - Dove eravamo rimasti? Ah sì, che ci avevate rovinato Natale, Capodanno ed Epifania... Ora invece s’avvicina Carnevale e noi qui a chiederci se la Roma in maschera fosse quella carrozzata vista fino a metà dicembre o l’altra tremebonda dell’ultimo mese. Traumatizzati e mezzi storti, ripartiamo da Milano senza più ali di marzapane e con una credibilità da ricostruire. Non a chiacchiere, possibilmente, perchè se ci fosse un’olimpiade delle ciance e dei proclami, occuperemo, stanziali, ogni gradino del podio. Ma d’altronde la Piazza non può che essere schizofrenica, avendo a che fare con una squadra che cambia sempre per non cambiare mai. Gente che illude e poi delude, lingua lunga e mente fragile. Che fa finta de’ niente, svota armadietti come ladri e poi t’accanna. I CALCIATORI.
“Mai stati da scudetto”. Ma come: non lo eravamo appena quattro partite fa? Si tratterà di capire pure di che pasta è realmente fatto questo mister ora. Se fosse sano fidarsi di lui o semo ancora a tempo a rimannallo a Lanciano e dasse ‘na raddrizzata. Che ritrovi la lucidità e lasci a casa le mourinhate e i numeri inutili, di grazia. Più che i fogli statistici dei cento tiri in porta, contano i 30 gol segnati in 19 partite. Una miseria. Provveda, se puó. Altrove, se proprio deve. L’ALLENATORE.
Più che il modulo, occorre cambiare la testa, più o meno ci siamo. Oddio, potendo anche il proprietario, peró. Capito ora a che pro Pallotta aveva convocato gli Stati Generali di Londra? Qualche vago indizio arriva. Pensavamo a come puntellare i reparti... E ricominciamo, stavolta addirittura in debito d’ossigeno a gennaio, a festeggiare possibili cessioni. Torme di manicotti da ragionieri offronsi volontari a Trigoria per caricarsi sulle spalle calciatori. Migliaia di chilometri sulla gobba, attraversando la Manica, oh, una faticaccia. E caroselli come manco al Circo Massimo. “È meglio lui”, no. “Cediamo l’altro”. Si gongola forte per l’affare come se arrivassero dritti nelle nostre saccocce... Ultras-Plusvalenza della Roma fate senza.
Dinamiche trite e ritrite in sette anni di una dolente tela di Penelope. Vogliono tutti i nostri non perchè siano dei fenomeni assoluti, semplicemente perchè sono sempre tutti in vendita. Anche d’inverno. Ma mai che arrivi un’offerta per lui, per Jim, mai. Per i suoi gilet e le camicie a scacchi, per le sue patetiche e puntuali smentite. IL PROPRIETARIO.
Nel frattempo, a undici per domani sera ci dovremmo arrivare. E gli undici nostri sono comunque ancora più forti dei loro. Sempre che interessino ancora le partite, benintesi.
Se almeno non riusciremo ad esser più felici noi, evitiamo di veder ridere Spalletti come dopo il furto dell’andata, quando disse “tutto regolare” Skriniar su Perotti, con il sorriso beffardo e unto dei voltagabbana. Non che lui lo sia, intendiamoci. No no. Lui aveva appena imparato a cantare “Amala” e già teneva a farsi odiare. Riuscendoci benissimo, peraltro. I tifosi - sicuramente i tremila di domani a Milano - se lo ricordano ancora di sicuro. Chissà gli altri.
@DarioBersani - Disappunti di viaggio