Dybala, Salah, Cassano e gli altri. Chi scegliete?

27/02/2024 alle 14:24.
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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Partiamo da Totti. Ma escludiamo Totti. Perché come quando si fanno le classifiche sui migliori calciatori di sempre, si tende a togliere Maradona e Pelè, o più di recente Messi e Cristiano Ronaldo, mi sono chiesto "tolto Totti, che posto occupa Dybala nella classifica dei più forti e talentuosi calciatori della Roma degli ultimi venti anni?". Riposta per niente facile. Ognuno ha parametri soggettivi da portare in dote per affermare le proprie convinzioni. Fissiamo dei paletti. Tecnica individuale, creatività/genialità, giocate che non siano fini a se stesse ma funzionali al gioco di squadra, appagamento della vista, esaltazione dell'estetica. Scremiamo. Cassano, Mancini, Vucinic, Pjanic, Dzeko, Salah, Mkhitaryan. Tenendo conto di una permanenza in maglia giallorossa non inferiore ai due anni, possiamo circoscrivere il gioco a questi sette calciatori. Escludendo le grandi delusioni Schick e Iturbe, eliminando Perotti, tanto bello a vedersi quanto poco produttivo sotto porta, e scrivendo un capitolo a parte per Zaniolo, che in pochi mesi è passato da calciatore più amato a calciatore più detestato, con una storia piena di due infortuni gravissimi, giocate da top player, atteggiamenti da bambino capriccioso, non dimenticando mai che ha siglato uno dei gol più importanti degli ultimi venti anni di storia romanista, nella finale di Tirana.

Antonio Cassano come Dybala è stato una seconda punta con le doti da numero dieci. Esattamente venti anni fa, nel 2003-04, viveva la sua stagione migliore. In coppia con Totti dipinse capolavori, spacciò giocate da fenomeno, incise sulla produttività offensiva della Roma che contendeva lo scudetto al Milan di Ancelotti. C'era la convinzione che si fosse trovato sia il partner sia l'erede del calciatore più forte della storia giallorossa. Nel suo anno di grazia fece 14 gol in A e 4 in Coppa Uefa. Dybala sta già a 11 in campionato ma ancora a secco in Europa. Cassano, nei quattro anni e mezzo nella capitale ha tenuto la media di 1 gol ogni 3 partite. Dybala fa 1 gol ogni 1,8 partite. Per incidenza, meglio l'argentino del barese. Scremiamo ancora. Ho inserito nel lotto dei belli e funzionali anche Pjanic, Mkhitaryan e Dzeko. Una forzatura. Pjanic nella Roma ha fatto la mezzala, quasi più cucitore di gioco che rifinitore ed esecutore. Mkhitaryan è partito da trequartista e ha chiuso da playmaker. Per quanto il bosniaco e l'armeno avessero un calcio delizioso che oscilla fra la testa, il cervello, e i piedi, che si è tradotto in sontuose trame di gioco, assist e un buon numero di gol, risultano essere molto meno offensivi di Dybala. Quindi da considerare se parliamo di tecnica pura, di qualità e funzionalità, ma imparagonabili per ruolo all'argentino. Idem Dzeko. L'unica punta centrale del lotto. Coi piedi però del trequartista. Uno che con Dybala si sarebbe fuso alla perfezione. 188 partire in Serie A, 85 gol. Media: 1 gol ogni 2,3 partite. Considerando che più aumentano le partite più è complicato mantenere una media gol superba, i numeri sottoporta, in proiezione, di Dzeko e Dybala (1 gol ogni 1,8 partite) si somigliano molto. Ma il confronto regge molto di più con seconde punte e trequartisti ultra offensivi. Quindi con Cassano. In parte con Mancini. Ex laterale destro, riadattato con tanti frutti al sole da esterno sinistro nel 4-2-3-1. Il primo a giocare su quella fascia nel modulo varato da Spalletti, che lo porterà nel triennio in cui i due lavorarono insieme a realizzare 30 gol in 3 stagioni, 10 l'anno. Dopo averne fatti 12 in 67 partite con Capello allenatore (quando Mancini giocava largo a destra) e nella stagione dei cinque tecnici, nel 2004-05. Un atipico del calcio, super tecnico, ottimo dribbling, scatto bruciante dal posto, ottimo fiuto del gol per uno che nasceva laterale, intesa eccellente con Totti. Piano piano lo sostituì Vucinic. Simbolo dei croce e delizia di ogni tifoso di calcio. Meno tecnica di Dybala, più forza in progressione, stessa capacità di interazione coi compagni di reparto. Media gol alla Cassano (1 ogni 3,2 partite), predilizione per il lato opposto a quello da cui ama partire Dybala (il destro), maggiore indolenza che ne ha limitato la carriera, perché Dybala se sta bene è sempre protagonista in campo, Vucinic lo era se non aveva la luna storta.

Chiudiamo la rassegna con Salah. Che nel Liverpool sarà pure diventato un campionissimo, ma che nella Roma ha disputato due ottime stagioni. 65 partite, 29 gol, 14 il primo anno, 15 il secondo. Media di 1 gol ogni 2,2 partite, bottino eccellente per una seconda punta che nel primo anno giocò fino a dicembre accanto a Dzeko, poi da gennaio in avanti nel tridente leggero con Perotti ed El Shaarawy. Quindi di nuovo partner di Dzeko nel 2016-17, in una Roma che contava sempre su Totti, Perotti, El Shaarawy, più gente come Pjanic e Nainggolan. Bocche da fuoco e rifinitori d'alta scuola. Per posizione in campo, Salah è forse quello che più si avvicina a Dybala, pur essendo l'egiziano più seconda punta che trequartista, anche perché non dotato della tecnica aliena del sudamericano. Resta forse il paragone più calzante. Considerando anche la carriera pre Roma di Dybala, e quella post Roma di Salah, che più di Dybala ha vinto la Champions League ma a differenza del ventuno giallorosso non ha vinto la coppa del mondo. Due supercampioni che assieme a Cassano rappresentano probabilmente il meglio della Roma alla voce seconda punta/trequartista offensivo degli ultimi 20 anni. Che compongono il podio con Cassano. I tre che, seppur diversi tra loro, possono essere messi a confronto. Tre epoche diverse. Identico linguaggio calcistico. Quindi c'è da scegliere in base ai gusti. Io scelgo Dybala, poi Salah, quindi Cassano. Voi?

In the box - @augustociardi75

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