Filosofia spicciola

09/05/2025 alle 13:28.
itbciardi

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La Nuova Era del calcio partorisce domande e considerazioni che un tempo non avevano ragione di esistere. Domande e considerazioni proliferano in ambienti pigri che si considerano fucine di pensieri profondi, i salotti sedicenti buoni dei mass media nazionali che si arroga il diritto di giudicare il calcio popolare. Piazze attorno alle quali, filosofeggiano, passeggiando, novelli peripatetici. "Ma se prendi un allenatore di grido, sarà l'uomo giusto? Cosa viene a fare se non c'è un programma?". Già, perché sono i nuovi filosofi a stabilire se i club abbiano un progetto valido. Mica si pongono il dubbio che magari si prende un allenatore di grido per cambiare marcia. Mettono in discussione gli altri ma mai se stessi. Il culto super ego che notoriamente ottenebra le menti.

È il calcio delle parole ricercate per darsi un tono: il pallone non si passa più, si trasmette. Se il mediano recupera palla e parte verso l'area avversaria coi compagni di squadra che lo affiancano smarcandosi, la chiameremo transizione, perché è una parola che cattura l'attenzione. Parole, parole, parole. Si estrapolano frasi, spesso banali, di allenatori in voga, e si scolpiscono nella pietra. Perché c'è scarsa capacità nel distinguere banalità e massime da tramandare.

Arteta, bravissimo allenatore, commentando la Premier League, ha rivendicato gli ottimi recenti campionati dell'Arsenal, ricordando che la sua squadra ha il merito di rimanere in scia di chi vince il campionato, e che se rimani in scia prima o poi tocca a te. Caramelle al miele per i cultori del calcio parlato. Banalità clamorosa, a pensarci bene. Perché non sta scritto da nessuna parte che se rimani in scia un giorno sarai tu a produrla. L'Arsenal sta in scia da decenni, ma continua a non vincere il campionato. Ciò non va imputato ad Arteta, che voleva soltanto difendere il suo eccellente lavoro. Basterebbe non farne un una frase motivazionale da incorniciare e appendere in ufficio.

Nel calcio è tutto più casuale di quanto si possa credere. La prima Roma americana è stata un mezzo decennio dietro la Juventus. Quando la Juventus ha abdicato, gli scudetti li hanno vinti le milanesi e il Napoli. Quindi? Il Napoli con Spalletti ha vinto uno scudetto che aggrada i gusti dei filosofi moderni. Bene, bravi, ma il bis lo sta facendo Conte, con un modo di lavorare che sta agli antipodi. Che si è fatto comprare per quasi trenta milioni il trentaduenne Lukaku.

Quindi? Basterebbe scendere dal piedistallo. Smettere di credersi maestri di vita e di calcio, accettare chi la pensa in modo diverso senza essere convinti di stare sulla terra per diffondere un verbo divino. Nel calcio come nella vita, si parla quando mancano i fatti. La storia racconta che il calcio è pieno di dirigenti logorroici con la bacheca vuota. Gli altri vincono, loro parlano. Parlano. Parlano.

In the box - @augustociardi75