Ricordati che devi morire

06/09/2025 alle 12:39.
progetto-senza-titolo-10-4

LAROMA24.IT (AUGUSTO CIARDI) - Storicamente periferiche rispetto al calcio d'élite, Roma, Lazio e Napoli hanno messo la testa fuori dall'anonimato in diverse epoche per vincere e poi ubriacarsi di festeggiamenti, minando le basi per una continuità mai raggiunta. Ci sta provando da un paio di anni il Napoli a cambiare il corso di storie spesso già scritte. Perché il Napoli sembra avere gettato basi solide, acquisendo consapevolezza. Rendendosi conto che vincere è bello, ma vincere di nuovo lo è ancora di più. E per vincere di nuovo bisogna correre il rischio di impresa, rompere gli schemi e stracciare il copione assegnato alle comparse.

Roma invece vive una fase di assuefazione. Una parte di Roma ha, in parte, sempre rigettato chi le ha indicato la via della premiazione, perché si è forse sentita scuotere da un intorpidimento pigro e comodo, causato da un'indolenza spesso presuntuosa. Il massimo a cui si aspira da quasi dieci anni è il quarto posto. Ma per assurdo, per cavalcare l'ambizione, parte della piazza dà la caccia alle streghe, identificate in chi ha doti superiori alla media. Gente da sacrificare sull'altare di Nyon. L'ultimo esempio è Kone. Centrocampista coi fiocchi. Arrivato nell'estate 2024. Erano mesi di tumulti e di guerre intestine, e l'acquisto passò sottotraccia, perché altrove si godono i rinforzi di qualità, a Roma si litiga per assegnare la paternità dell'operazione. È stato Ghisolfi, no De Rossi lo ha imposto, ma che dici c'è la mano della Souloukou. Non c'è più nessuno dei tre nella Roma, ma alcuni avrebbero voluto che non ci fosse più manco il nazionale francese. Che ieri sera è salito sul podio dei migliori, battuto per rendimento soltanto da Tchouameni. Meno di un mese fa, a ferragosto non c'era manco il solleone, perché il tempo faceva schifo. Quindi non fu un colpo di calore a fare sperare che la Roma lo vendesse all'Inter. Attenzione, non mettiamo in mezzo Gasperini. Lui extrema ratio se ne sarebbe privato qualora poi si fosse completata la rosa con un suo sostituto e con due esterni offensivi di qualità elevata. Non certo coi ragazzini del Chelsea e del Manchester City.

Metà agosto e Roma spaccata a metà. Da una parte chi già si era listato a lutto, dall'altra i tana libera tutti, quelli del "via Kone, perché nel calcio moderno certe offerte vanno accettate". Alt, quali offerte? Visto che l'Inter fece sapere, senza mai presentare proposte ufficiali, che forse sarebbe arrivata a trentacinque milioni? Ossia stava pensando di formulare un'offerta irricevibile. Irrispettosa. E poi, chi ha stabilito che nel calcio moderno devono essere venduti i migliori? Di norma, i migliori servono per avvicinarsi ai risultati che, nell'era del calcio pensato negli studi dei commercialisti, creano il miglior indotto economico. Invece no, la Roma paesone della provincia molisana guarda con fare sospetto il forestiero benestante che va in giro per i vicoli del centro storico e del borgo medievale arroccato fra le montagne. E spera che se ne vada il prima possibile, perché la sua presenza scombussola le abitudini locali. Spesso cattive. Non a caso i media francesi nel commentare la trasferta della loro nazionale, esaltando Kone si sono chiesti per quale motivo sia rimasto alla Roma e non abbia spiccato il volo verso top club. Roma considerata periferia provinciale del calcio che conta. In barba anche alla dignità mostrata dalla Roma nelle coppe europee. E questo dovrebbe fare riflettere. Perché degli ultimi quindici anni, targati Stati Uniti, se ne salvano forse cinque. Quindici anni con la Roma uscita dall'anonimato soltanto nell'anno della semifinale di Champions League, nel biennio in cui ha ha vinto la Conference League e si è vista scippare l'Europa League, e forse il primo anno di Garcia in panchina e quello del record di punti con Spalletti.

Stagioni a metà, perché quando andava bene nelle coppe collezionava figuracce in campionato, e viceversa. Una miseria che ha indotto al ridimensionamento delle ambizioni, forse inconscio, al punto che se parte un calciatore forte ci si bea della cifra incassata. Kone parte bene con la Roma e detta legge in nazionale? Ottimo, a giugno speriamo che ci arrivi un'offerta da cinquanta milioni. Pensieri strani indotti da campagne mediatiche ansiogene, stile "ricordati che devi morire" perché ogni volta che arriva giugno sembra che la Roma debba svendere i migliori per non fallire.

In the box - @augustociardi75