Passano appena 93 secondi dal fischio d'inizio al gol confezionato in apertura dell'Austria Vienna (sarebbe meglio dire dalla Roma). Giallorossi ancora non pervenuti in campo con la catena Jesus-Alisson-Ruediger che regala il vantaggio. Sono attimi, attimi che costano gol, costano alle volte punti. Oggi sono serviti a svegliarsi, a mo' di pizzicotto. Un allarme al Prater suonato (fortunatamente) con 88 minuti da giocare.
Ed è lì che, scesa dal letto, la Roma ha svolto il suo compito. Ha fatto il suo, come si suol dire. Ha reso normale la partita e la gestione della stessa. Ha dimostrato di essere qualche categoria superiore all'avversario con la speranza che, una volta per tutte, abbia fatto tesoro dei balbettii pregressi, che hanno tolto punti e sicurezze (vd. su tutte Cagliari e Austria Vienna all'Olimpico. Per dirla alla Spalletti "non accettiamo più di non vincere partite in cui dobbiamo dimostrare la nostra superiorità". Ripartiamo dalla normalità.
SG