IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Doveva essere l’anno del centravanti. Arriva il puntero e la Roma si arrotola in una piega europea, al pari delle big o, per restare in Italia, di squadre come la vecchia Juve, che aveva Tevez, o come il Napoli che trova in Huguain la sua eccellenza. Invece che cosa succede? Che la caratteristica della Roma è la forza offensiva, ma non (ancora) grazie ai gol del suo centravanti. La squadra di Garcia è una cooperativa del gol, con le frecce padroni delle porte avversarie. Sono dodici i marcatori stagionali e degli attaccanti, chi più chi meno, hanno segnato tutti. I bomber sono tre, con cinque reti a testa: Salah li ha fatti firmati tutti in campionato (Sassuolo, Sampdoria, Carpi, Empoli e Fiorentina), Gervinho li ha divisi tra serie A (Empoli, 2 Palermo, Fiorentina) e Champions (Bate Borisov); Pjanic, come Gervais, quattro in campionato (Juventus, Carpi, Empoli e Palermo) e uno in Europa (Leverkusen). Sempre nel reparto offensivo, sono andati in rete anche Totti (Sassuolo), Iago Falque (Frosinone e Leverkusen) e Iturbe (Frosinone). Una rete sola per Dzeko e torniamo a sopra. Edin di attenuanti ne ha. La prima perché è stato fuori praticamente un mese, problemi al ginocchio. La seconda, perché la squadra ci ha messo un po’ ad abituarsi alla sua presenza e quando lo stava facendo si è fatto male. La terza e qui tiriamo in ballo solo la partita di Firenze, Dzeko ha girato spesso lontano dalla porta, sobbarcandosi un lavoro difensivo che di solito uno come lui è portato a fare ma con altri carichi. Alla fine, di partite davvero sbagliate, ne ha solo una sulle spalle: Sampdoria-Roma. La sera di Marassi non è mai riuscito ad essere pericoloso in area nonostante fossero passati da quelle parti una marea di palloni. Poi c’è quel gol con la Juventus, un volo in cielo che lasciava presagire tutto un altro percorso, un’altra Roma targata Dzeko. Ma c’è tempo. Al momento il gol non è un problema, a differenza dello scorso anno.
I MERITI DI RUDI Garcia ha trovato la soluzione giusta, a quanto pare. Sceglie una squadra, sulla carta iper-offensiva e costringe i suoi a una continua e costante fase difensiva. A Firenze Gervinho e Salah hanno spesso fatto i terzini, pur riuscendo a sfruttare la velocità e il guizzo davanti alla porta. Il modo migliore per tappare i buchi del quartetto difensivo, per tanti motivi, non ancora all’altezza e incompleto. Florenzi si sbatte ovunque e dà il suo contributo in termini di realizzazioni. Lui ha aperto il conto dei gol in campionato (a Verona, prima giornata), che ora sono ventidue in totale. Ale ne ha segnati tre, due in meno dei tre cannonieri romanisti: a Verona, appunto, poi con il Barcellona in Champions League e a Palermo, più uno con la Nazionale. Ha giocato spesso da terzino e poco come centrocampista/attaccante.
LE VARIE SOLUZIONI Dall’inizio del campionato, una sola volta l’attacco è rimasto a secco: a Verona, quando ha segnato il terzino Florenzi. Per il resto, a turno, sono andati tutti in rete. E Iturbe è riuscito a firmare la sua unica rete da subentrato. Domani non ci sarà Salah, Garcia potrebbe concedergli spazio per non disperderlo definitivamente. Perché Manuel, di tutti, è quello che ha meno chances.