Soldi, caldo, infortuni. I calciatori in barriera contro la ripartenza

26/05/2020 alle 16:15.
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Ora che la ripresa del campionato si avvicina, a frenare sono i calciatori. L'Aic oggi sentirà i rappresentanti delle 20 squadre, me sono note le 3 condizioni per la ripartenza: pagamento per intero degli stipendi di marzo e aprile, no alle partite alle 16.30, rischio infortuni da affrontare subito. Sul fronte stipendi la battaglia non è semplice: mentre le norme del fair-play finanziario Uefa escludono dalle coppe i club con contenziosi aperti sugli stipendi, la Federcalcio ne accetterà l'iscrizione alla prossima stagione. Giovedì il ministro Spadafora annuncerà la data della ripresa, ma è ancora aperta la questione della quarantena.

Il grave infortunio di Ibrahimovic (lesione al polpaccio) rafforza l'allarme per la ridotta preparazione atletica. L'altra questione riguarda le partite estive in programma alle 16,30 (una delle finestre previste dalla Lega). Vincent Gouttebarge, del sindacato mondiale, si pronuncerà oggi ma ammette: «Valeva per il Mondiale in Qatar: lo stress da calore è pericoloso. Le linee guida basate sulla cosiddetta temperatura composita - parametrata su aria, umidità, esposizione al sole e vento - dicono che, sopra i 32 gradi allenamenti e partite devono essere cancellati e riprogrammati».

C'è un rischio medico anche per la stagione attuale e la prossima, dopo ed Europa League ad agosto. Infine, a settembre deve ripartire la prossima Serie A: il 12, secondo la volontà dei club, la cui tesi è che i calciatori abbiano già fatto le ferie durante la pandemia. Si profila un altro scontro.

(La Repubblica)