Divorzi all'italiana

20/05/2023 alle 09:35.
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Vincere e dirsi ciao. Conquistare un trofeo che la piazza attendeva da una vita e poi salutare, fra veleni nascosti e dissapori mai sciolti. La storia d'amore di con il ha imboccato una curva pericolosa. Quella di Mourinho con la Roma, anche. Il mestiere dell'allenatore ha regole chiare: o vinci, sei un fenomeno e resti, oppure perdi e te ne vai. (...) Ma la realtà è fatta di contratti: quello di è stato stipulato due anni fa, ora scade nel 2024 e il tecnico ha rifiutato la proposta di estenderlo al 2025 a 3,5 milioni più bonus. José Mourinho ne guadagna fino a 7 netti dai Friedkin: al primo tentativo ha portato alla Roma la Conference League, al secondo l'ha guidata in finale per l'Europa League, per una squadra che dal 2008 non aveva alzato neppure un pezzo minore d'argenteria. Eppure fra la proprietà americane e il portoghese c'è un gelo fatto di silenzi, da una parte, e di punture dall'altra: «Qualche volta ho le mie frustrazioni, ambizioni diverse...», ha detto spesso, chiedendo alla proprietà incontri mai avvenuti. Pure qui: c'è un terzo anno di contratto. Ma sembra una prigione. Con una finale all'orizzonte, a Budapest contro il Siviglia il 31 maggio. (...) Ha un'offerta del Psg e il flirt è molto avanzato. Lui l'ha smentito, ma i contatti vanno avanti da un anno. Nel frattempo recita la parte a lui più congeniale: il demonio che, parole sue, con una rosa incompleta, piana di infortuni, ostaggio del fair play finanziario, è di nuovo in finale. Lui è esperto di addii nei giorni del trionfo: all', dopo la , non tornò con la squadra da per evitare di ripensarci. Il rischio è proprio quello: l'empatia col pubblico e i giocatori è l'unica molla che può convincerlo a restare. Ma sa Mourinho che più di questo la Roma non può fare. Per uno come lui, è già un motivo per dirsi addio.

(La Repubblica)

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