Sabatini: "Luis Enrique oggi è il più bravo di tutti, Roma non lo capì"

11/07/2025 alle 09:07.
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Intervistato dalla Rosea, Walter Sabatini ha parlato principalmente di Luis Enrique, portato da lui a Roma nel 2011, all'inizio della carriera dell'allenatore spagnolo. L'ex ds giallorosso si è soffermato sulla scelta, e sulle difficoltà che l'ex Barcellona ha trovato con l'ambiente romano. Di seguito uno stralcio dell'intervista.

Sabatini, si ricorda di un certo Luis Enrique?
"Certo, ho affetto e stima profonda sia per l'uomo sia per l'allenatore. Me lo segnalò Dario Canovi, che era in contatto con il suo agente. Poi mandai Ricky Massara e Pasquale Sensibile a vedere un paio di partite del Barcellona B. E tornarono estasiati dal suo modo di giocare".

Quanto è diverso oggi dall'allenatore visto a Roma?
"È cresciuto e invecchiato. Ma soprattutto è passato da una tragedia immensa come la scomparsa di Xenia, la figlia. Ma Luis ha saputo reagire in modo superbo, con una dignità eccezionale: non vuole essere compianto, consolato. È come se avesse un patto segreto e intimo con la figlia, quasi come se si parlassero. È una questione di fede e credo che ogni sua vittoria o esultanza sia dedicata alla bambina".

Ma perché Luis Enrique a Roma non funzionò?
"Semplice, l'ambiente non lo ha trattato decorosamente, c'è chi lo chiamava addirittura Stanlio. E lui di tutto ciò rimase dispiaciuto. Io, Baldini e Pallotta lo abbiamo supplicato di restare, ma non ne ha voluto sa pere. Il Psg ha rinunciato alla propria strategia di acquisire giocatori, puntando tutto sui giovani. Ecco, se a Roma avesse trovato la stessa fiducia che ha trovato a Parigi allora sarebbe stato diverso".

Anche perché pure quella Roma era costruita sui giovani di livello...
"Sì, ma ci sarebbe voluto un indirizzo comune e forse qualche errore l'abbiamo commesso anche noi con lui. Ma Luis era l'idolo dei giocatori, tranne due o tre. De Rossi era affascinato, veniva spesso nel mio ufficio per dirmi che gli sembrava la prima volta che giocava al calcio visto che Lucho chiedeva ai giocatori cose a loro sconosciute".

Per come lo conosce lei, Luis Enrique come conquista i suoi giocatori?
"Perché è un grande lavoratore ed è equo, con lui non esistono favoritismi. È un allenatore "giusto" e di questo i giocatori se ne accorgono. Con noi il suo criterio di giudizio non si spostava mai: quello che era per lotti valeva anche per Bertolacci".

I problemi a Roma nacquero tutti dalla famosa eliminazione con lo Slovan Rratislava, ad agosto, nel playoff di Europa League. Si ricorda il video virale su Verre?
"Certo, ma poi Verre è stato calciatore. A volte lo faceva giocare anche al posto di Totti e questo ci fa capire di che allenatore stiamo parlando".

(gasport)