Lorenzo in lacrime: "Per noi romanisti"

22/09/2025 alle 09:35.
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Per (provare a) capire Lorenzo Pellegrini, bisogna prima comprendere quello che non è. Non è un egocentrico, non è un bugiardo, non è un manipolatore. È testardo, timido e introverso, quello sì, a volte anche molto ingenuo. [...] Lorenzo, però, è soprattutto uno che sa giocare a pallone. Perché anche i suoi detrattori, quelli che "guadagna 6 milioni e nun se move" o di "Capitan stringi i denti", sanno che nella Roma - che la società ritiene si sia rinforzata in modo significativo dopo il mercato estivo - la qualità ha il volto di Dybala e il suo.

E se qualcuno avanza obiezioni, chieda a Gasperini. Un signore di 67 anni che non regala niente a nessuno. In primis a Lorenzo con il quale è stato chiaro, privatamente e pubblicamente: sei forte ma devi diventare un atleta. Che per un calciatore, non è proprio un complimento. Pellegrini, alla prima occasione, ha risposto: gol e corsa. [...] In carriera ha segnato quasi come una seconda punta, ma non vale. Perché nella nuova tipologia dei tifosi commercialisti, conta quanto guadagni. Un po' il discorso che si inizia a fare per Dybala. Lorenzo, poi, ha l'aggravante di essere romano. Si, aggravante. Perché se non sei Totti, e di Totti in 98 anni di storia ce n'è stato uno, prima o poi nel tritacarne ci finisce chiunque. [...]

Il vero problema, al di là delle prestazioni, dei soldi guadagnati e delle precarie condizioni fisiche che lo hanno accompagnato in queste ultime stagioni, è che a Lorenzo viene imputato l'esonero di Mourinho. [...]

Chi si illude che il gol di ieri possa cambiare qualcosa, si sbaglia di grosso. Lorenzo è il primo a saperlo. Nemmeno le lacrime, la commozione, le sue parole a fine partita cambieranno qualcosa. Perché chi lo apprezza, lo apprezzava anche prima di ieri e continuerà a farlo anche domani. Così come chi lo detesta. Basterà il primo passaggio sbagliato a Roma-Verona per ricominciare a sentire di nuovo la litania «Hai visto, gioca solo nel derby, ora ci camperà di rendita per un'altra stagione». [...]

Aver alzato la Conference (ed esser stato premiato come miglior calciatore della competizione) non conta. Quella l'ha vinta Mou. Lui è solo il capitano dei sesti posti. Anzi ex capitano. Per un giorno, però, grazie al derby, si è ripreso la scena. Ora dipende (non solo) da lui, non finire di nuovo dietro la lavagna.

(Il Messaggero)