
Il derby è alle spalle. Nella testa, nelle emozioni e probabilmente anche nelle scelte. Parte l'Europa League e l'intento di Gasperini è certamente iniziare bene nella competizione ma allo stesso tempo c'è la necessità di allargare il più possibile la rosa. Un paio di settimane fa aveva parlato di zoccolo duro, di come la Roma avesse un nucleo di 11 calciatori con almeno 5/6 che dovevano rincorrere, provando a sfruttare la chance quando sarebbe arrivata. Pellegrini («Può giocare anche col Nizza, sebbene la gara dell'altro giorno può avere un peso superio-e, arrivando da un periodo di inattività così lungo») e Rensch ci
sono riusciti nel derby, ora tocca agli altri. La lista è lunga: da Dovbyk a Tsimikàs, passando per El Ayanoui e arrivando a toccare anche El Shaarawy che, partito titolare nelle prime due uscite in campionato, ora sembra aver perso un po' d'appeal. (...) Parlare di una squadra che segna poco con il profeta del gol in panchina, suona strano. Eppure la Roma continua nella politica del corto muso. Tre 1-0 e uno 0-1: «Più che una difficoltà offensiva, visto che a parte con il Torino la squadra ha sempre segnato, a me sembra che la squadra abbia una difficoltà una volta andata in vanta-gio. Mi spiego, anziché continuare a spingere, ci limitiamo a difendere l'1-0. C'è eccessiva prudenza». Retaggi ranieriani? Chissà. Intanto se non lo si vuole far innervosire, visto che Dybala e Bailey «li vedremo dopo la sosta», è me-glio non parlargli di Roma tra le favorite del torneo: «Rispetto a qualche anno fa le squadre cambiano e sono diverse» (...)
(Il Messaggero)