TUTTOSPORT - Rosella Sensi, ex presidentessa della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano. Ecco alcune delle dichiarazioni che riguardano la Roma e Daniele De Rossi, tra gli altri temi.
Rosella, figlia di Franco, nonchè ex presidentessa dei giallorossi, quale è il suo primo ricordo di entrambi?
«Di Chivu ricordo bene il suo arrivo a Roma, lo prese ovviamente il mio grande papà per rafforzare ulteriormente la squadra (il rumeno rimase nella capitale dal 2003, al 2007, ndr). Di De Rossi ho un ricordo eterno: Daniele è cresciuto nelle giovanili della Roma (vestendo dal 2000, al 2019 la maglia giallorossa, ndr), lui insieme a Totti occupa un posto speciale».
Rappresentano bene la sua Roma: Chivu il grande acquisto dall'estero, De Rossi il campione cresciuto in casa.
«Sì, dobbiamo fare una distinzione. All'epoca la Roma contava su grandi giocatori, alcuni erano dei fuoriclasse. È ovvio che ognuno di loro abbia dato qualcosa. Nell'anno dello scudetto (quando Chivu non c'era, col rumeno che in giallorosso ha
comunque vinto una Coppa Italia, ndr) non c'erano gregari, erano tutti fondamentali ai fini di una vittoria. Chiaro che De Rossi, venendo dalle giovanili come Totti, rappresentasse il sogno di ogni bambino: crescere e giocare nella squadra della propria città aveva avuto a Roma un impatto diverso».
Secondo lei Chivu e De Rossi cosa hanno ereditato dagli allenatori avuti a Roma?
«Parliamo di due tecnici di personalità, che con grande intelligenza hanno saputo cogliere le qualità dei propri allenatori. Sicuramente Capello per entrambi è stato un esempio e un vincente. Ma credo che anche gli altri abbiano saputo loro infondere un qualcosa. Sia Chivu che De Rossi sono apparentemente due timidi, oltre che riservati. Daniele so per certo essere una persona empatica all'intorno di un gruppo, che assorbe moltissimo l'ambiente e ne entra a far parte».
Cosa c'è di romanista in loro due?
«La Roma per Chivu è stata una squadra che l'ha formato, insegnandogli tantissime cose, tanto che all'Inter è arrivato da giocatore già maturo, gli ha lasciato il segno. De Rossi è Roma per me, quella bella, che ora riporta a Genova nel gruppo, che è poi è fondamentale ai fini dei successi».
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Pensava potessero diventare allenatori?
«Chivu non lo avrei detto, semplicemente perché l'avevo visto sempre molto timido, non meno capace. Di De Rossi sì, si capiva sarebbe stata la sua strada».
Come pensa andrà l'avventura di De Rossi al Genoa?
«Credo che Daniele meriti il tempo per lavorare serenamente, come ogni allenatore del resto. Per ora ha ottenuto buoni risultati, ma qualora poi dovesse arrivarne qualcuno meno soddisfacente, gli va comunque data fiducia».
Le è dispiaciuto sia stato esonerato dalla Roma?
«Provo per lui un affetto particolare, ci avrei tenuto fosse rimasto. Ma adesso sono molto felice che possa proseguire il suo percorso da allenatore».
Vi sentite ancora con loro due?
«Con Chivu no, con De Rossi qualche volta e non parliamo mai di calcio».
Come vede la partita di domani?
«Il mio affetto per De Rossi mi fa propendere per lui (sorride, ndr). E spero anche che il risultato possa aiutare la Roma (continua a sorridere, ndr)».




