Post Match - Welcome to the Huijsen

10/01/2024 alle 10:26.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - "Fai quello che sai fare, tanto se sei qui sei bravo", gli disse Allegri prima di mandarlo in campo in un'amichevole contro il Rijeka ormai più di un anno fa. Huijsen l'ha fatto, quella volta e pure questa, sul serio, un anno dopo. Ha spiegato in breve perché è stato voluto qui e, anche, perché nessuno ha voluto rischiare che possa rimanerci. E se è vero che il calcio sa coniugare solo al presente, Huijsen chissà se sarà ma intanto è.

È uno che ha sostituito Llorente nel mezzo di e ha maneggiato quasi il doppio dei palloni che aveva trattato lo spagnolo, maggior esperto di costruzione del reparto romanista. 47 contro 25. Ha messo le mani dentro la partita, non s'è limitato a sfiorarla. E l'ha fatto subito, dopo 8 secondi esattamente, sul primo pallone toccato, quello che i più saggi ti consiglierebbero di recapitare al primo che passa, giusto per rompere il ghiaccio. Invece lui l'ha preso, l'ha guardato dritto negli occhi e l'ha spedito in mezzo alla selva di pressioni dell'Atalanta per arrivare a Lukaku un quarto di campo più avanti. Piacere, Dean Huijsen, che pare si pronunci àusen.

Attenzione, non era l'incoscienza del debuttante ma un modo di fare di cui c'erano indizi anche in quei 13 minuti contro il Milan: 20 palloni toccati dal 77' in poi. Chi aveva fatto il tratto più lungo di gara, Gatti, gli lascerà il posto dopo averne gestiti appena 9 in più. Non c'è da stupirsi, allora, se alla fine di , con la metà del tempo a disposizione, risulterà comunque il 5° per numero di palloni toccati, gli stessi di Mancini, più di Pellegrini, una manciata in meno di Dybala. Appena salito a bordo della Roma, ha fatto tutto il corridoio e s'è messo seduto alla plancia di costruzione: giocate corte ma anche medio-lunghe, senza per questo scadere di precisione, con l'87,5% di realizzazione per quelle brevi, 85,7% su quelle più ambiziose. Di destro ma anche di sinistro, purché s'arrivi a Lukaku, il principale destinatario delle sue giocate, come d'altronde c'è scritto sulle mappe romaniste.

Come si comporta con il pallone, Huijsen l'ha sbattuto in faccia a tutti i passanti domenica sera. Meno profili ha concesso, invece, per farsi descrivere approfonditamente nell'arte più antica del difensore. Di certo, ha mostrato un piacere profondo nel poter prendere le misure direttamente sull'uomo, andandone a caccia con toni aggressivi, come ha fatto con Koopmeiners senza badare ai confini territoriali.

Qui, forse, ha lasciato il primo segno tangibile di miglioramento in un utilizzo delle mani fin troppo appariscente quando deve accorciare l'avversario di spalle. E le 4 ammonizioni ricevute in 11 presenze in Serie C quest'anno danno da mangiare all'impressione di un'esuberanza nei duelli ancora attesa alla maturazione. Saranno 6 i palloni recuperati alla fine della storia, meno soltanto rispetto a quelli raccolti per strada da Dybala. Nessuno in particolari condizioni di emergenza, uno con doviziosa cura dei particolari proprio su Koopmeiners al lato dell'area. E in più, è sembrato poter avere una parte anche nell'area avversaria. Perché in fondo se è (già) qui, è bravo.

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