LAROMA24.IT - Il calcio argentino non è solo tecnica e fantasia. Non è solo Maradona, Messi, Aguero e Tevez. Non è solo palloni d'oro e coppe dei campioni. Il calcio argentino è anche grinta, tenacia, voglia di non mollare mai e tacchetti stampati sulle caviglie degli attaccanti. Il calcio argentino è difensori rocciosi e insuperabili di cui gli allenatori si fidano ciecamente, degni comandanti del reparto più delicato di questo fantastico sport. Protagonisti principali delle corride più accese, delle battaglie più dure nei climi infernali degli stadi più caldi del Sudamerica. Heinze e Paletta, uomini veri, stopper di professione e nome in comune, uno di fronte all'altro per la prima volta domenica alle 15 allo stadio Olimpico.
LA... GENEROSA ALBIONE - Heinze e Paletta si mettono in mostra nel proprio paese e, come spesso accade, vengono acquistati da importanti club europei. Ma non sono proprio 'rose e fiori', in quanto entrambi faticano ad emergere. Il centrale giallorosso, sbarcato nel vecchio continente nel 1997, impiegherà quasi 4 anni per trovare una certa continuità e ben 7 per affermarsi come uno dei difensori più affidabili d'Europa. Nel Manchester United dei sogni diventa uno degli insostituibili di sua maestà Sir Alex Ferguson, che lo usa più frequentemente come terzino piuttosto che da centrale. Nei 3 anni di militanza in Inghilterra, 'El Gringo' mette in fila ben 52 presenze condite da un gol con la maglia dei Red Devils e due di queste sono da capitano. La patria del Football dà la possibilità di mettersi in luce anche a Gabriel Paletta, che dopo aver militato su buoni livelli nella fila del Banfield, viene acquistato dal Liverpool di Rafa Benitez, che vede in lui il difensore con le caratteristiche giuste per completare un reparto di primissimo livello. A fine stagione saranno solo 3 le presenze per il centrale del Parma che decide tuttavia di tornare nel suo paese, il richiamo del Boca Juniors è troppo allettante per non essere colto.
L'ARRIVO IN ITALIA - L'approdo nel 'Bel Paese' è fra lo scetticismo generale. Se ad Heinze criticano l'età avanzata a Paletta l'etichetta di 'perfetto sconosciuto'. Ma gli argentini sono uomini duri e tendono a smentire le voci più irriverenti. Il romanista è partito in sordina e ad inizio stagione era considerato come il quarto centrale e rincalzo di lusso al quale veniva preferito anche Cassetti fuori ruolo. Ma complici il grave infortunio di Burdisso, l'inaffidabilità di Kjaer e il poco carisma di Juan, l'ex Marsiglia è diventato un titolare imprescindibile dello schema di Luis Enrique. Sono bastate poche apparizioni anche all'ex Liverpool per guadagnarsi la totale fiducia dell'ambiente di Parma. Non è un caso che adesso i supporters emiliani gli dedichino cori, striscioni ed applausi a scena aperta, premio per l'attaccamento che sta dimostrando, giorno dopo giorno, alla maglia gialloblù.
CARATTERISTICHE - La peculiarità che li accomuna è sicuramente la 'garra', il carisma che li fa riconoscere come leader nelle rispettive squadre. Entrambi dispongono di un ottimo colpo di testa e quindi sono molto pericolosi nelle situazioni da calcio d'angolo. Ciò che invece li differenzia è la tecnica palla piede, decisamente superiore nel romanista (in carriera ha giocato anche sulla fascia) piuttosto che nel parmense e l'esperienza, Del resto non giochi (e vinci) per caso in squadre del calibro di Manchester United, Marsiglia e Real Madrid.
IN NAZIONALE - Sono 73 le presenze nella seleccion albiceleste per il numero 5 della Roma, condite da 3 marcature. Si è fermato alla selezione Under 20, invece, il centrale del Parma con un oro vinto ai Mondiali di calcio per categoria, disputati in Olanda nel 2005.
Daniele Del Monte