LA SFIDA NELLA SFIDA: Osvaldo vs Muriel

06/04/2012 alle 16:09.

LAROMA24.IT - Talento, fiuto del gol e determinazione. E il Salento come trampolino di lancio. Pablo Daniel Osvaldo da una parte, Luis Muriel dall’altra. Entrambi lanciati nel calcio italiano da due ex giallorossi, rispettivamente Zdenek Zeman ed Eusebio Di Francesco



PARTENZE –
Due carriere che partono dal Via Del Mare. In tempi diversi. Prima Pablo Osvaldo, sbarcato poco più che ventenne in Salento. Era il 2006, il Lecce ripartiva dalla Serie B e ripartiva da Zdenek Zeman. E proprio grazie alla segnalazione del tecnico boemo, che l’aveva già notato nell’Atalanta, che ebbe inizio l’avventura in giallorosso di Pablo Osvaldo. Un attestato di stima da parte di Zeman e una pesante eredità da raccogliere, quella di un Mirko Vucinic passato alla corte di Spalletti. Aspettative ripagate dai numeri: anche se il Lecce non riuscirà ad entrare in lizza per la promozione , l’italo-argentino avrà comunque modo di farsi notare: 31 presenze e otto gol. Un record di apparizioni in campo ancora imbattuto e un primato di gol superato, almeno in Italia, solo in questa stagione. Da Lecce partirà il girovagare dell’attaccante italo-argentino, che di li a poco si sarebbe guadagnato anche la maglia azzurra con l’Under 21. Tre stagioni tra luci e ombre a Firenze e , poi l’approdo a , sponda Espanyol. Due stagioni positive che gli sono valse la chiamata di Luis Enrique e il ritorno in Serie A



Quello che è stato il punto di partenza di Osvaldo è il punto di arrivo (momentaneo) di Luis Muriel. Un esordio col botto in patria nel Deportivo Calì, con 9 gol nelle sue prime 11 apparizioni nel Torneo di Aperura colombiano. Uno score sufficiente per farsi notare dall’Udinese, società abituata a pescare (con successo) dal bacino sudamericano. Anche per lui un’esperienza in Spagna, seppur più breve, in una serie minore e meno ricca di soddisfazioni rispetto a quella del suo ‘dirimpettaio’. Parcheggiato per una stagione al Granada, club ‘satellite’ dei friulani. Proprio come Osvaldo, arriva in Salento a 20 anni, reduce da un buon mondiale di categoria con la maglia della nazionale colombiana. Un avvio di stagione che è stato non semplice per i leccesi. Tantomeno per il giovane colombiano, il più giovane di un reparto offensivo che per lunghi tratti della stagione è stato il più sterile della Serie A. Con queste premesse, non stupisce che abbia impiegato due mesi per conquistarsi una manciata di minuti in campo contro il Palermo. Qualche settimana più tardi il debutto da titolare a Cesena: si mise in evidenza per la prima volta con una bella prestazione, macchiata però da un’assurda espulsione per proteste e per un gestaccio all’arbitro Valeri. E solo a dicembre, contro il , il primo gol, nella gara che segnò l’addio di Di Francesco. Gol che tra l’altro fu il primo messo a segno da un attaccante salentino. Con l’arrivo di Cosmi Muriel inizia a giocare con più continuità, entrando in competizione con i veterani Corvia e Di Michele




ARRIVI – Tornando al presente, con la stagione che volge al termine sembra prossimo il tempo dei bilanci. Che non può non essere positivo per Osvaldo, ancora una volta costretto a misurarsi con il solito predecessore scomodo: che, guarda caso, è ancora Mirko Vucinic, stavolta partito da Roma in direzione della ‘solare’ Torino. Ma anche stavolta l’italo-argentino ha spazzato via a suon di gol i mugugni che l’hanno accolto nella Capitale. “Mi avete pagato poco”, rispondeva scherzosamente lo scorso agosto a chi gli rinfacciava il costo dell’operazione con cui la dirigenza giallorossa l’aveva strappato all’Espanyol. A giustificarlo ci pensano i numeri: con 10 gol a segno è stato il primo giallorosso ad andare in doppia cifra in campionato. Tra i bomber più prolifici al primo anno in giallorosso dai tempi di Gabriel Batistuta, suo modello dichiarato e più volte omaggiato dalle sue esultanze. “Avevo voglia di rivalsa”, il suo biglietto da visita nel suo primo giorno a Trigoria. E a giudicare da come si è comportato con le sue ex squadre, sta gradualemente soddisfacendo le sue attese. Un gol all’Atalanta, sua prima squadra in Italia, e al , l’ultima prima della partenza per . E ci era riuscito anche con il Lecce, con una rovesciata talmente spettacolare da meritare il posto di Carlo Parola sulla copertina degli album Panini. Un gesto di rara bellezza, vanificato però dalla bandierina alzata dell’assistente Carrer, l'unico ad aver visto un fuorigioco inesistente. Un gesto che difficilmente si ripeterà, ma che certamente metterà allarme nella retroguardia leccese. Sul fronte opposto Muriel, ormai affermatosi tra le sorprese del campionato e assoluto protagonista della rincorsa alla salvezza. Secondo miglior marcatore del Lecce (5 gol, secondo solo a Di Michele) e autore di prestazioni che hanno attirato l’attenzione delle ‘grandi’. Tra queste anche la stessa Roma, nonostante le poche voci di mercato al riguardo si siano spente dopo pochi giorni. E’ pur certo che chi lo vorrà dovrà fare i conti con l’Udinese, abituata, oltre che a pescare bene, anche a far pagare caro i propri pezzi pregiati. E sabato le strade dei due si incroceranno: la prima diretta all’Europa, intesa sia come piazzamento per la Roma che per un posto nella spedizione in Polonia e Ucraina, visto che tra i tanti a ricredersi sul conto di Osvaldo c’è anche il ct Prandelli. La seconda conduce verso una salvezza che, con il club salentino tirato in ballo nelle ultime vicende di cronaca giudiziaria, si fa sempre più complicata. E magari verso piazze di altro prestigio. Due strade che passano per la Via Del Mare; da dove tutto ha avuto inizio, da dove potrebbe arrivare la svolta



Daniele De Angelis