LAROMA24.IT (Marwan Hammami) - Roma-Spal di venerdì sera rappresenta un impegno da non fallire per i giallorossi. Uno scontro tra due ex compagni di squadra, che hanno condiviso successi e grandi aspettative con la Primavera giallorossa. Da una parte Alessandro Florenzi, dall'altra Federico Viviani.
RINASCITA - Tra i due uno spogliatoio condiviso a Trigoria. Viviani fu infatti il vicecapitano della Primavera di Alberto De Rossi vincitrice del campionato 2010-2011, è alla sua prima stagione a Ferrara. L'ex giallorosso, prima di approdare in Emilia Romagna ha dovuto comunque passare periodi complicati. Il più difficile è stato sicuramente quello successivo all'intervento alla caviglia subito nel periodo del Verona, che lo ha tenuto lontano dai campi per 2 mesi. Doveva essere l’erede di De Rossi, la verità però è che l’unico che ha veramente creduto in lui è stato Luis Enrique, che ha avuto il merito di lanciarlo in prima squadra. Seguono una serie di prestiti al Padova, al Pescara ed al Latina prima della definitiva cessione all’Hellas nel 2015, per 4 milioni di euro. Ora Federico sembra aver trovato una condizione fisica non più incerta, ed una dimensione ideale nella quale esprimersi. Tra le cose positive di questa stagione va segnalato il gran gol su punizione, purtroppo ininfluente per il risultato, in casa contro il Napoli (fu la rete del momentaneo 2-2).
FUORI DALL'INCUBO - Non è stato un anno facile nemmeno per Alessandro Florenzi. Il 26 ottobre 2016 inizia quello che in tanti, giustamente, hanno definito un incubo. Rottura del legamento crociato nel match contro il Sassuolo. Prognosi: 5 mesi. Quella previsione però, di lì a poco, sarebbe cambiata. Florenzi infatti è stato operato nuovamente il 17 febbraio, avendo subito lo stesso infortunio a poche settimane dal rientro. Torna in campo definitivamente 325 giorni dopo la partita del Mapei Stadium dunque, giocando contro l’Hellas Verona all'Olimpico, servendo un meraviglioso assist per il colpo di testa di Edin Dzeko. La storia di Florenzi con la squadra della capitale parla chiaro: 159 partite e 21 gol. Una presenza costante dalla Primavera alla prima squadra, eccetto che per un anno a Crotone, sempre con l’impegno al primo posto. Completo e malleabile dal punto di vista tattico, Florenzi ha fatto in modo di essere amato da ogni allenatore che ha avuto la fortuna di averlo in rosa.