LAROMA24.IT (Daniele De Angelis) – Il numero uno a fare da sfondo a Roma-Juve. Uno come il punto che serve ai bianconeri per aggiudicarsi il campionato. O come il punto che basta ai giallorossi per la certezza matematica di un posto in Champions. O meglio ancora se lo intendiamo come la maglia caratteristica del portiere. E quelli di Roma e Juventus sono due numeri uno assoluti. Uno di loro sulla maglia ha il 23, ma indossava l’1 lo scorso anno, quando era nella capitale e l’altro gli faceva da vice. Tra i tanti incroci che Roma-Juve propone c’è anche il confronto a distanza tra Alisson Becker e Wojciech Szczesny.
L’APPRENDISTATO – Tra le belle notizie in casa giallorossa c’è in primo piano anche l’esplosione di Alisson, Un’esplosione arrivata con un anno di ritardo. Colpa anche delle strategie di mercato. Szczesny era già a Roma quando l’allora ds Walter Sabatini chiudeva con il Fluminense l’acquisto di Alisson. Strappandolo peraltro alla Juve, nell’ennesimo duello di mercato. D’altronde Szczesny era in prestito solo per un anno, con un ingaggio oneroso al quale contribuiva anche l’Arsenal. Club al quale Szczesny non aveva mai fatto mistero di voler tornare. Lo avevo ammesso più volte, ribadendo anche di recente che a Roma si sentiva “solo di passaggio”, al punto di non prendere nemmeno lezioni d’italiano. L’arrivo di Spalletti al posto di Garcia ha cambiato tutto. Il tecnico di Certaldo aveva infatti preteso la permanenza dell’estremo difensore polacco, nonostante l’arrivo del brasiliano fosse già cosa fatta. D’altra parte nella sua prima stagione in A Szczesny è stata una certezza assoluta per rendimento. Sabatini lo accontentò e si è arrivati così ad una situazione quasi paradossale: un titolare assoluto della nazionale brasiliana che fa panchina nel suo club
LA PROMOZIONE - Szczesny in campo in campionato, praticamente sempre, Alisson schierato solo nelle coppe. Non una situazione facile per l’estremo difensore brasiliano: “Mi sono sentito un po’ abbandonato – disse in una passata intervista – Però ho lavorato ed imparato tanto da un grandissimo portiere come Szczesny”. A fine stagione il cambio della guardia. Accolto, vale la pena ricordarlo, anche con un po’ di scetticismo. Andava via una certezza assoluta, prendeva il suo posto chi non lo era ancora. Nell’ennesima rivoluzione estiva Szczesny riprende la via di Londra e lascia il numero 1 sulle spalle di Alisson. Poi è arrivata la Juve, che nel processo di ‘bayernizzazione’ degli ultimi anni è sempre ben attenta al rendimento dei giocatori avversari. Poco spazio all’Arsenal e un contratto in scadenza: l’affare è servito e per 12 milioni la Juve si è cosi assicurata l’erede di Buffon
PARTI INVERTITE – Il gioco delle parti rispetto ad un anno fa si è invertito. A suon di parate e interventi decisi, dall’Atletico al Cagliari, Alisson ha convinto anche i più scettici. E per di più superando anche il suo precedessore: 16 partite a porta imbattuta in campionato, 21 i clean sheet stagionali contando alle coppe. E pensare che Szczesny l’anno scorso si era fermato solo a 14. Il polacco d’altronde non ha deluso le attese, pur se ha dovuto condividere il posto in porta con il migliore nel suo ruolo. Che, a meno di sorprese, l’anno prossimo gli lascerà il testimone. Aver preparato al rivale la successione di Buffon, forse, è l’unico rammarico che resta alla Roma. Perché difficile sostenere che nel cambio ci abbia perso qualcosa.