LAROMA24.IT – Professione ‘tuttocampista’. Un appellativo che spesso si riserva a chi a centrocampo è spesso chiamato a ricoprire più ruoli. Compito che nel passato avevano ricoperto due dei protagonisti di Roma-Inter. Due storie simili anche per il percorso: entrambi cresciuti in una grande squadra, poi l’esperienza nelle formazioni minori li ha portati all’attenzione di due grandi club, che però non hanno raccolto i risultati sperati. Vista l’emergenza in casa Roma, Bryan Cristante sarà sicuramente della partita. L’omologo dalla parte dell’Inter è Borja Valero.
PARTENZA – Due percorsi comuni, partendo proprio dagli inizi di carriera. Primi calci per entrambi in grandi club, nel caso Borja Valero poi uno dei migliori al mondo. Il Real Madrid, nel quale però lo spagnolo non ha mai vestito la maglia della prima squadra. Solo quella del Castilla, la squadra B, prima di lasciare Madrid per fare il suo percorso ‘in provincia’: Mallorca prima (con parentesi in Premier al West Brom), Villarreal poi. Agli albori Cristante, invece, aveva bruciato le tappe nel Milan: già a 16 anni il debutto in Champions, due stagioni dopo quello in Serie A. Poi la cessione al Benfica, addio brusco e anche maldigerito da quei tifosi che pensavano di aver trovato ‘in casa’ il centrocampista del futuro.
RISCATTO – E poi? L’esperienza in Portogallo non è andata al meglio per Cristante, che tornato in Italia è dovuto ripartire dal basso: un anno a Palermo, poi mezza stagione a Pescara e infine l’occasione chiamata Atalanta. Cristante diventa così il perno centrale del gioco offensivo di Gasperini. Intelligenza tattica, spirito di sacrificio e soprattutto il senso del gol (12 nella passata stagione) lo hanno portato all’attenzione delle grandi la scorsa estate. Medesime qualità di Borja Valero, del ‘Sindaco’, come lo ricordano ancora a Firenze. Irrinunciabile sia per Montella che per Paulo Sousa per la sua versatilità, la sua visione di gioco e le sue doti fisiche
GRANDI OCCASIONI – Qualità che avevano stregato Spalletti: lo voleva già alla Roma nel suo ultimo anno, senza però riuscire a convincere la società a puntare su un giocatore comunque avanti con gli anni. L’ha poi preteso all’Inter, dove era arrivato con le premesse delle stagioni da leader con la maglia della Fiorentina. Poi il calo della scorsa stagione ha finito per metterlo un po’ ai margini. E da perno si è ritrovato a recitare il ruolo di ‘dodicesimo uomo’, chiamato in causa da Spalletti in situazioni d’emergenza. Come avvenuto a Wembley nella sfida con il Tottenham, dove è stato uno dei migliori in campo. Un punto di ripartenza, che Cristante attende ancora. Colpa di prestazioni non all’altezza, complice anche il cambio di modulo e la posizione più arretrata che Di Francesco gli ha affidato per sopperire all’assenza di De Rossi. Ruolo che, vista l’emergenza infortuni, dovrà ricoprire fino alla sfida con il Cagliari. Con la speranza che il salto di qualità arrivi davvero presto.