LR24.IT (Federico Leoni) - Il tour de force della Roma comincia da Frosinone. Al Benito Stirpe, infatti, i giallorossi vogliono proseguire la loro scalata al quarto posto, per rosicchiare punti al Milan, e per prepararsi al meglio alle prossime due, decisive, sfide. Quelle contro Lazio e Porto. Ma prima c'è l'ostacolo ciociaro. E se Di Francesco, tra infortunati e diffidati, deve sciogliere parecchi dubbi, una delle poche certezze sembra avercela tra i pali, dove Robin Olsen continua a dettare la sua legge. Una sfida a distanza con Marco Sportiello, che dovrà sudare parecchio per far si che i suoi centrino la prima vittoria casalinga della stagione.
SUUPERMAN - Negli ultimi anni i tifosi giallorossi sono stati ben abituati quando si parla di numeri uno. Da Szczesny ad Alisson, fino a Robin Olsen. E se sostituire il brasiliano sembrava compito per non comuni mortali, il gigante svedese ha preso definitivamente le misure con le porte della Serie A. Una stagione costante e positiva, al di là dei tanti gol incassati e di qualche incertezza. Ai punti, infatti, tolta la gara interna col Genoa, il portiere giallorosso più volte è risultato decisivo. Non sarà spettacolare come il collega oggi al Liverpool, ma quanto ad efficacia non ha da invidiare nulla a nessuno. La sfida contro il Bologna l'apice della sua stagione. In almeno 4 occasioni ha salvato la Roma da una sconfitta che sarebbe stata sanguinaria. E pazienza per il gol (irregolare) subito da Sansone. Dall'esordio contro il Torino ad oggi, i suoi miglioramenti sono stati evidenti. Merito anche di quel preparatore, Marco Savorani, che mezza Europa invidia al club di Trigoria. Gara dopo gara Olsen ha assunto sicurezze, migliorando nel gioco con i piedi ma soprattutto a livello di comunicazione con la difesa. Uno stile semplice, poco plastico, che non ti fa stropicciare gli occhi. La sua dote più importante è l'istinto, la stazza e una discreta rapidità nei movimenti al cospetto dei 2 metri. E se gli oltre 10 milioni investiti per lui avevano fatto storcere il naso, oggi sembrano soldi ben spesi. Più affidabili dello "svedesone", infatti, ce ne sono pochi.
DISCESA - Dopo un girovagare nelle serie inferiori, nel 2014, a Bergamo, arriva l'esplosione. Un curriculum da "para rigori" e la nomea di nuovo Buffon, come d'altronde in Italia si da a tutti i portiere che, in giovane età, mostrano un pizzico di talento. Dopo le stagioni entusiasmanti con la Dea, sembrava che la carriera di Marco Sportiello dovesse prendere altri lidi. Poi la Fiorentina, uno step intermedio ma rivelatosi l'inizio di una discesa vertiginosa. Con i Viola non va, le prestazioni non arrivano, la squadra fatica, e con lei il suo portiere. Torna così all'Atalanta, che lo gira in prestito al Frosinone. E con i ciociari la scalata alla salvezza appare dura fin dall'inizio. All'esordio nella sua Bergamo subisce 4 gol, e saranno i primi di una lunga serie. Per 46 volte raccoglierà il pallone in fondo al sacco. Con la seconda peggior difesa della Serie A, per il Frosinone si fa dura, nonostante i leggeri progressi fatti con l'arrivo di Baroni in panchina. Ora c'è la Roma, e fermare gli attacchi di Dzeko e compagni sarà alquanto arduo. Ma se i ciociari vogliono centrare la loro prima vittoria nella nuova casa, molto passerà da Sportiello.