LAROMA24.IT (Chiara Ciotti) - La seconda tappa del percorso-bis di Ranieri in giallorosso segna la Spal sul calendario, che all’andata si impose 0-2 all’Olimpico con le reti di Petagna e Bonifazi: sulla panchina della Roma, quel 20 ottobre scorso, sedeva Eusebio Di Francesco, e la sconfitta riesumò i fantasmi della crisi mai assopita e iniziata da Bologna-Roma. Altre storie. Con la Spal, ora, per cullare i sogni di Champions League è il diktat di Ranieri. Assente nella sfida d’andata per un infortunio, Jasmin Kurtic, che oggi sarà pedina fondamentale nel 3-5-2 disegnato da Semplici e ritroverà a duellare a centrocampo, questa volta da avversario, una vecchia conoscenza, Bryan Cristante: alunni a scuola Gasperini, i due hanno condiviso un’esperienza all’Atalanta.
Grinta ed esplosività, senso del gol e sacrificio le caratteristiche di casa Kurtic, classe 1989, che arriva in Italia al Palermo nel 2011, fa tappa al Varese, Sassuolo, Torino e Fiorentina prima di approdare, nell’estate del 2015, in nerazzurro alla corte di Gasperini e salutare dopo due e stagioni e mezzo, a gennaio 2018, per trasferirsi a Ferrara. “Voleva giocare di più”, l’ammissione del tecnico della Dea al momento dell’addio: a Bergamo primeggiavano Ilicic, arrivato l’estate prima, e proprio Cristante. “A Ferrara ho trovato l'ambiente giusto dopo due anni e mezzo meravigliosi all'Atalanta, tanto di cappello per quello che hanno fatto per me”, il commiato di Kurtic. Alla Dea, complessivamente, ha raccolto 92 presenze coronate da 10 reti e 3 assist.
Interno di centrocampo o trequartista il ruolo congeniale di Kurtic, che a Bergamo ha condiviso il posto con Cristante, prima dell’esplosione definitiva dell’attuale numero 4 giallorosso. 59, invece, le apparizioni di Cristante in maglia nerazzurra, racimolate dal suo arrivo a gennaio 2017 fino all’estate scorsa, quando ha spiccato il volo in direzione Roma. A corredare la sua esperienza alla Dea anche le 15 reti e i 6 assist.
Bryan, invece, muove i primi passi nel Milan e fa il suo debutto a soli 16 anni, nel 2011, in Champions League con la maglia rossonera, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “predestinato”. Poi, però, arriva la cessione al Benfica nel 2014 ma l’esperienza in Portogallo è fallimentare e fa gridare al “bluff”. Quindi, il ritorno in Italia e per risalire nella scala del grande calcio, Bryan sosta prima a Palermo, poi a Pescara e infine approda da Gasperini, che riaccende il talento del classe ’95. Dalla capacità di verticalizzare al senso del gol e l’abilità nello sfruttare le palle inattive, infine la duttilità: è quanto messo in mostra con la Dea che ha fatto innamorare gli addetti ai lavori a Trigoria. Nella Capitale dalla scorsa finestra estiva di mercato, Bryan è sceso in campo 25 in Serie A, con 4 reti e 3 assist all’attivo. Ma con il 4 sulle spalle, ereditato da Radja Nainggolan, ha iniziato la sua avventura in giallorosso in salita, complice anche la stagione altalenante della Roma che ha raggiunto picchi disastrosi, adattandosi alle necessità di squadra: da centrale in un centrocampo a 2 a mezz’ala in un 4-3-3, lui che nasce centrocampista offensivo. Sempre presente nella Roma, anche oggi a Ferrara starà lì nel mezzo a guidare il centrocampo.