LAROMA24.IT – Una vecchia massima, banale ma quanto mai attuale: da un attaccante dipendono le fortune di una squadra. Un ruolo che comporta doveri, responsabilità e aspettative che pesano come macigni. Il tutto sta nel rispondere. La sfida tra Roma e Napoli vede opposte due squadre che hanno obiettivi contrapposti: una alla ricerca disperata di un quarto posto che vale il pass per la Champions, l’altra che invece ha la certezza quasi matematica di far parte dell’Europa che conta nella prossima stagione e che al proprio campionato ha ben poco da chiedere. Contrapposti anche i momenti di chi guiderà i loro attacchi: da una parte Edin Dzeko, dall’altra Arkadiusz Milik. Goleador ma anche uomini-squadra, simili per caratteristiche ma che vivono due momenti di forma diametralmente opposti.
RENDIMENTO – Il rendimento altalenante di Dzeko è la metafora perfetta della stagione altalenante della Roma. Che contando i 5 gol in Champions ha già raggiunto la doppia cifra. Che non pare sufficiente a promuovere il numero 9 giallorosso: in campionato sono arrivati solo 7 gol, tutti tra l’altro lontano dall’Olimpico. Un dato allarmante che trova pochi precedenti in giro per l’Europa. Più del doppio, 15 per l’esattezza, sono invece nel ruolino di marcia di Milik, finalmente esploso dopo due anni pesantemente condizionati dai due infortuni al ginocchio.
ATTEGGIAMENTO – A fare la differenza è però soprattutto l’atteggiamento. Ancelotti ha puntato fortemente su di lui e i numeri gli stanno dando ragione. E Arek ha ritrovato il sorriso, come ha ammesso in una recente intervista: "Il miglior Arkadiusz non l'avete ancora visto. Voglio restare qui". E' tornato a splendere il sole per Milik, ben più nuvoloso in casa Dzeko. Il cui nervosismo è fin troppo evidente. La lite con El Shaarawy nello spogliatoio di Ferrara è solo l’ultima spia del malumore del bosniaco.
FUTURO – Cammini diversi tra i due anche per quanto riguarda il futuro. Milik ha ancora altri due anni di contratto con il Napoli e non ha nascosto il desiderio di restare ancora in azzurro. D’altra parte, per sua stessa ammissione, questa è stata la sua prima vera stagione. E il suo ruolo diventerà ancor più fondamentale nel finale di stagione. Che in campionato ha già di fatto avuto il suo epilogo, ma in Europa League c’è ancora una storia da scrivere. Sensazione opposta invece per Dzeko. Il suo contratto scadrà l’anno prossimo, è ormai nota l’intenzione della Roma di non concedergli il rinnovo. Conseguenza o forse causa dell’insofferenza mostrata in campo e anche fuori in questa travagliata stagione. L’anno scorso il momento dell’addio era stato vicino, quando si era fatto vivo il Chelsea. Poi per fortuna di tutte le parti la separazione non è avvenuta. Difficile dire con il senno di poi se poi la Roma sarebbe stata in grado di arrivare ad un passo dalla finale di Champions. A distanza di un anno il mondo si è capovolto. E la cappa di incertezza che da settimane aleggia su Trigoria ora coinvolge anche lui. Che (realtà paradossale), è stato irrinunciabile anche quando non era al top. Riuscirà la Roma a farne a meno?